Quello di Sophya è un nome che i nostri lettori abituali credo
conoscano bene, grazie ad una lunga militanza nei Presence, questo
è il suo terzo album con la “all female” band Aradia,
un progetto prog rock a tinte dark fortemente voluto dalla Baccini,
che ha profuso molte energie per dargli spessore e continuità,
trovando nella genovese Black Widow una spalla sicura.
Rispetto ai due precedenti lavori ho avuto l’impressione di
un disco più “romantico” e meno spigoloso, più
prog e meno hard rock. Sophya si è lanciata in una serie di
prove musicali sicuramente ambiziose, si sconfina nella neoclassica
e nel jazz, del resto la Baccini ha una formazione completa e mette
a frutto le tante esperienze accumulate in questo disco che all’ascolto
appare meno immediato e più profondo dei due precedenti. Sette
lunghi brani che sembrano delle piccole suites, con continui cambi
d’atmosfera che donano una verve teatrale all’opera, in
effetti questo sembra il suo lavoro più drammatico e complesso.
Ad ogni ascolto emergono dettagli e sfumature, un viaggio onirico
che va necessariamente ripetuto per gustare appieno ogni particolare.
Per certi aspetti questo disco richiede più attenzione, arriva
più lentamente ma Sophya continua a stregare con la sua forza
espressiva. GB
Altre recensioni: Aradia; Big
Red Dragon
Recensione solo: Animatesi
Interviste: 2009; 2014
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