Sonic Boulevard è la terza prova solista del tastierista dei
grandi Flower Kings, ad un anno di distanza dal precedente Pinup Guru.
Questa è la prima volta che mi capita di recensire un disco
dopo aver fatto l'intervista all'artista in questione, per cui ho
sicuramente le idee più chiare.
Rispetto al lavoro precedente si nota subito una certa differenza
nelle composizioni, i brani sono più atmosferici e meno progressivi,
questo è un disco intimista che ci permette di approfondire
la conoscenza di un musicista piuttosto interessante. Oltre ad alcuni
vecchi amici dai tFK troviamo JJ Marsh alle chitarre, lo stesso che
collabora da anni con Mr Glenn "the Voice of Rock" Hughes,
un paio di singer e il saxofonista Jonas Knutsson.
Il filo comune che lega i vari pezzi che compongono questo album è
la parola "spirituale" (non in senso religioso) e non a
caso apre le danze "The Prayer", un intro molto particolare
dal sapore sciamanico. "The Hero From Cloud City" è
un brano epico e romantico, JJ Marsh è molto presente con un
solismo emozionale ricco di feeling che a tratti ricorda Uli Jon Roth,
ma non particolarmente tecnico, ma per questo mi piace molto; il pezzo
è piuttosto lungo e strutturato e conserva ancora un'impronta
prog. "Back to the African Garden" mette in risalto la passione
di Tomas per la World Music, il brano è decisamente fusion
e solare, forse un po' troppo zuccherino per i miei gusti. Per "Picture"
Bodin si siede al pianoforte, non per propinarci dei virtuosismi,
ma per accarezzare i nostri sensi con delle melodie molto sentimentali
e poetiche. "Walkabout" riporta l'accento sulla world music,
ma non mi ha particolarmente colpito. Una traccia decisamente divertente
è "The Horses From Zaad" con il suo incedere epic
western alla Morricone, bellissimo il solo e la parte finale con un
giro di basso eccezionale. "A Beautiful Mind" è solenne
e classicheggiante, ma allo stesso tempo molto atmosferica. Ancora
fusion in "The Happy Frog", un brano che mi ricorda certe
cose di Sting, molto ben suonata, ma anche piuttosto inutile. Chiudono
due brani molto diversi, ma che condividono un medesimo feeling vagamente
notturno e malinconico.
In un mercato anche troppo ricco di uscite questo album è destinato
un po' più ai fans che non al grande pubblico, ma non è
poi così male, potrebbe farvi riscoprire il lato romantico
che alberga nel profondo del vostro cuore. GB
Altre recensioni: Pinup Guru, I
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Belongs to Another Tree
Interviste: 2003;
2005
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