Eccoci giunti al quarto lavoro solista di Bodin, meglio noto per essere
il tastierista degli ottimi Flower Kings, che ormai è diventato
un appuntamento costante con i suoi fans visto che gli ultimi tre
sono stati pubblicati nel giro di quattro anni. Fra i musicisti coinvolti
ci sono delle novità, in particolare per quanto riguarda il
drummer, come forse alcuni già sapranno Zoltan Csorz non è
più il batterista dei tFK, al suo posto c’è il
giovane Marcus Liliequist che possiamo ascoltare in anteprima in questo
lavoro. Alla chitarra ritroviamo JJ Marsh, l’ascia fedele di
Mr Glenn Hughes, mentre al basso c’è ancora quel talento
di Jonas Reingold. Le parti vocali sono divise fra tre cantanti.
Chiunque possieda gli ultimi due lavori solisti di Bodin (a me manca
il primo, quindi non posso chiamarlo in causa) avrà una bella
sorpresa ascoltando questo album. Completamente diverso da entrambe
che erano decisamente poco prog, questo cd contiene tre mega suites
di circa venti minuti ciascuna, ma questo è un dettaglio poco
interessante, il fatto è che sono dei brani estremamente belli,
come gli amanti del prog non sentivano da tempo, alla faccia dell’iperproduzione
di questi artisti che continua a dare frutti sempre migliori.
Ottimo prog, ma anche ottimo rock, perché Tomas ha composto
della musica superlativa e spesso anche molto dura, al confronto i
sue cd precedenti sono delle opere smelense e zuccherose. Non sto
parlando di heavy metal, ma di un disco che picchia duro con ritmiche
decise e atmosfere un po’ King Crimson e un po’ Van Der
Graaf, ma anche molto personali, i riferimenti li ho dati solo per
aiutare a capire. Probabilmente l’ingresso del nuovo batterista
ha portato la voglia di rockare (questo traspare anche dalle note
che lo presentano nel sito della band) e il disco ne gode pienamente.
I Am è un concept album straordinario sulla vita dell’uomo
e Tomas ha dato una prova incredibile di quanto sia musicalmente dotato,
francamente sono sbalordito e non mi aspettavo tanta grazia profusa
con una sapienza e una naturalezza disarmanti.
Questo disco è imperdibile, un’uscita che sono sicuro
sarà capace di sorprendervi e di incantare anche i più
coriacei tra voi. Bodin ha sfornato un album che resterà nella
storia del prog. GB
Altre recensioni: Pinup Guru, Sonic
Boulevard,
She
Belongs to Another Tree
Interviste: 2003;
2005
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