I
Caprice sono uno di quei gruppi che si pongono in un ideale crocevia
fra il prog più sofisticato, le musiche etniche e medioevali
e l'ambient dark. Il tutto per una ricerca che ha nella poesia il
suo fulcro, il motore, lo spirito guida.
Musica acustica con strumentazione classica divisa equamente fra strumenti
a fiato ed archi. Il gruppo viene dalla grande Russia e l'impostazione
etnica del cantato è l'unica componente che risente delle origini
del gruppo.
I testi sono in elfico, quello inventato da Tolkien per intenderci,
ma questo gruppo ha iniziato la sua trilogia prima dell'uscita del
fortunato film.
"Princess Mee" ha un incedere affascinante e solare, mentre
il brano successivo "Song of the Wind" è cupo e forte
come il vento che scuote gli alberi. La dolcezza torna subito con
il brano successivo e la musica perde qualsiasi connotato stilistico
e diventa pura e melodiosa, ideale per una camminata nel verde, per
immergersi totalmente nella natura in un'esperienza mistica e trascendente.
Forza evocatrice e mistero accompagnano l'ascoltatore lungo un percorso
di dodici tracce una più incantevole dell'altra. Ascoltate
la ritmica "Lullaby" che avvolge l'ascoltatore con delle
spire vertiginose e poi tuffatevi in "Of Amroth and Nimrodel"
un brano che non necessita di commenti per quanto è completo
e vario in atmosfere e suggestioni, un vero capolavoro in neanche
sette minuti.
Una magia, un sapere antico che sembrano davvero venire dagli elfi,
creature fatate che popolano le più belle leggende silvane
e che sono totalmente estranee alla follia contemporanea.
Un disco da ascoltare col cuore, che non è mai banale o lezioso,
mai sdolcinato, anzi spesso evoca immagini forti, ma con dolcezza.
Questo disco prova che la musica può commuovere. Un gioiello
da gustare e rigustare. GB
Altre recensioni: Elven Music 2; Sister
Simplicity; Elven Music 3; Kywitt!
Kywitt!; Masquerade
Intervista
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