Rock Impressions

Caprice CAPRICE - Sister Simplicity
Prikosnovénie

Quinto album per i russi Caprice (contando la prima cassetta autoprodotta) che ritornano sul mercato con un nuovo concept, che si distacca dalla trilogia Elvenmusic (che manca ancora del capitolo conclusivo) e dal mondo fatato in genere. La letteratura inglese e americana è il tema comune ai quattordici nuovi brani, in particolare vengono citati poeti come Shelley, Byron, Wilde, Shakespeare, Burns, Wordsworth e altri, ma il vero tema sono le passioni umane, l'amore, la bellezza, la tristezza e la morte e i succitati poeti hanno espresso in modo mirabile queste tematiche? E chi meglio dei Caprice poteva musicare i versi di questi artisti?

Io mi sono innamorato della musica composta da Anton Brejestovski e della bellissima voce di Inna Brejestovskaya fin dal primo ascolto e oggi come ieri ascoltando questa musica sublime non posso non provare delle emozioni difficili da esprimere. Il sound dei nostri è ancora in bilico fra musica neoclassica e prog sinfonico, ma ci sono molti più elementi dark e gothic rispetto al passato e c'è qualche timido inserto di basi elettroniche.

La formazione è quasi identica all'album precedente e comprende un nucleo di sette elementi provenienti come sempre dalle migliori orchestre sinfoniche russe, in più vi è il contributo di un paio di altri musicisti in un brano.

Apre "Winter" (Shelley) con delle note quasi spettrali, un pianoforte sospeso fra i rumori dell'inverno e il recitato di Anton che ci immergono in un clima decisamente nuovo per il gruppo. Già dalla successiva "I Saw You Weep" (Byron) si torna su atmosfere più tipiche per il gruppo, le melodie tristi sono di una bellezza sublime. "A Red, Red Rose" (Burns) ripropone tutta la dolcezza di cui i nostri sono capaci. La canzone "The Dole of the King's Daughter" (Wilde) è uno degli episodi più convincenti del disco, anche se ricorda un po' Kate Bush, e ad un certo punto entrano a sorpresa le basi, ma la cosa funziona e rende molto fruibile il brano. In chiusura la track viene riproposta in chiave elettronica, ma personalmente preferisco l'originale anche se l'esperimento è indubbiamente riuscito alla faccia di tanti artisti che fanno "solo" musica elettronica e non dicono niente.

Ogni traccia di questo album sublime andrebbe commentata, ma per non rischiare di ripetermi mi arrendo alla povertà dei miei mezzi espressivi e vi invito a scoprire di persona quanto sia magico il sound dei Caprice, ve ne innamorerete anche voi. GB

Altre recensioni: Elven Music; Elven Music 2; Elven Music 3; Kywitt! Kywitt!; Masquerade

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