I
russi Caprice sono una delle formazioni più interessanti ed
originali che possa capitare di ascoltare, si tratta di un ensamble
di musicisti di musica classica che hanno voluto cimnetarsi con la
musica pop mantenendo la strumentazione classica, con una sezione
di archi e una di fiati, più le tastiere del leader Anton Brejestovski
e la voce intensa della sua compagna Inna Brejestovskaya. Con varie
formazioni (alcuni di loro purtroppo sono morti in un noto attentato
di qualche anno fa) hanno già prodotto una decina di album
uno più bello dell’altro, spaziando dalla musica fiabesca
(in particolare dedicata al mondo degli elfi) a musiche molto gotiche.
Oggi ci presentano un disco particolarmente ambizioso e suggestivo.
Masquerade è interamente dedicato ai poeti della cosiddetta
Silver Age Poetry, una corrente di artisti perseguitati dal regime
comunista, la maggior parte dei quali è morta in prigionia,
una testimonianza molto forte, accompagnata da una grafica severa,
dai testi, che sono poesie riportate in russo (purtroppo non tradotte),
con un fondo bianco e disegni viola distorti che mettono veramente
inquietudine. Per questa opera impegnativa la band si è avvalsa
anche di strumenti moderni, come aveva fatto ad inizio carriera e
col precedente Kywitt!, Kywitt!, ci sono quindi chitarra elettrica
(in un solo brano), basso e batteria e un coro sinfonico. Il sound
che ne esce è maestoso e toccante, ovviamente molto poetico,
musica particolarmente intensa ed ispirata, ma anche assolutamente
godibile, non ci sono mai atmosfere tetre e cupe, anzi l’album
si chiude con una canzone dal sapore irriverente, quasi fosse uno
sberleffo al regime che se ne è andato.
Uno dei brani più oscuri è il primo dal titolo “Reality”,
che apre sul rintocco di una campana funesta e su tonalità
decisamente dark, ma subito la seconda traccia “Agnesa”
appare già molto più leggera, la batteria conferisce
una solida base rock, davvero un bel brano, a tratti quasi ottantiano.
Abbastanza insolita “Stones”, molto sperimentale, ci sono
anche le risa di un bimbo, un pizzico di follia. “To A Girl”
è incattivita dalla distorsione della chitarra elettrica, un
brano ovviamente insolito per i Caprice, ma non meno intenso, anzi
la resa è davvero impressionante. Ma non voglio fare un track
by track. Il disco è molto vario e tutto molto bello.
Probabilmente i Caprice hanno dato vita al loro lavoro più
complesso e completo, che unisce gli elementi tipici del loro sound
ad atmosfere contemporanee, ne esce un risultato altamente stimolante,
che conquisterà chiunque voglia confrontarsi con questi grandi
artisti. GB
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