Steve
Howe è, prima di tutto, il compassato chitarrista degli Yes,
la band dove ha dato il massimo di se e dove si è fatto apprezzare
per la sua bravura e per la sua tecnica geniale (senza dimenticare
che ha militato anche nei primi Asia e nei GTR). Un chitarrista dal
carattere serioso e un po' snob, che ha creato un sound unico e inimitabile,
fondendo il country e la musica classica con il rock dove nessuno
avrebbe mai pensato di innestarli.
Un virtuoso nel senso più ampio del termine, che ha strabiliato,
con la sua bravura, oltre tre generazioni di appassionati. Questi
due album, pubblicati rispettivamente nel 1996 e nel 2000, sono stati
finalmente ristampati per il mercato europeo, prima di oggi bisognava
fare i salti mortali per trovarli e spesso a costi proibitivi, ma
il materiale contenuto non è esattamente "per tutti",
si tratta, infatti, di due raccolte di demo, di brani acustici e di
virtuosismi vari raccolti in oltre trent'anni di onorata carriera.
Il primo Homebrew contiene soprattutto demo e parti scartate o riviste
di quanto pubblicato fuori dagli Yes, con alcuni episodi trascurabili.
Il secondo episodio è più intenso e contiene demo legate
in parte agli Yes e in parte suoi dischi solisti, ma si può
avverire che si tratta delle sue passioni, della sua anima.
A spiegare il tutto abbiamo un booklet ricco di commenti e note preziose.
Questi CD sono ottimi soprattutto per gli appassionati di chitarra
e per i die hard fans. Oltre due ore divise in trentotto brani che
alternano musica classica al folk, country al blues, rock al jazz,
in buona parte è il materiale che da qualche anno Steve porta
in giro dal vivo nei suoi spettacoli solisti, dove si esibisce con
varie chitarre e mostra le tecniche più svariate e strabilianti.
Musica a volte un po' didattica, ma che il tocco e la sensibilità
di Howe rendono affascinante e altamente godibile. Un altro punto
a favore è che questi pezzi, se dal vivo possono talvolta stancare
o stordire, contenuti in due CD si possono anche diluire in più
ascolti per un piacere prolungato e meditato. Unica nota negativa
è che Howe al canto non è certo un usignolo, ma trattandosi
di demo non è necessaria una prestazione vocale degna di nota.
In definitiva è
un'opera molto interessante, che nasconde più di una sorpresa
e tante, tante emozioni. GB
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