Rock Impressions

Life Line Project - The Finnishing Touch LIFE LINE PROJECT - The Finnishing Touch
Life Line Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog
Support: CD - 2009


Ritrovo con estremo piacere, a breve distanza dal precedente “Modinha”, gli olandesi Life Line Project del polistrumentista Erik De Beer. “The Finnishing Touch” è inspirato ed incentrato su una canzone anonima Finlandese Folk ed è come il suo predecessore, un album completamente strumentale. Ci sono sempre le influenze Jazz, Folk, si spazia davvero in diversi campi, perfino sfiorando il Metal, ma il suono Progressivo che ci propongono è sempre molto basato sulle tastiere di Erik. Denoto una crescita caratteriale da parte della band, questa volta le chitarre assumono un ruolo più importante, quindi non solo le consuete fughe di tastiera, ma anche ottimi assolo di chitarra elettrica, tutto questo grazie anche all’apporto di Jason Eekhout e di Jody Van Der Gijze. Il suono diventa più incisivo e non solo abbordabile agli amanti dei Camel. Importante anche l’apporto di Elsa De Beer al flauto, Dineke Visser all’oboe, Iris Sagan al basso e di Ludo De Murlanos alla batteria. Nell’album ci sono anche vecchi brani contenuti in “Zoundworks”, del 1984, qui rivestiti con una nuova pelle.

Il disco , raffigurato dalle belle fotografie di Helen Van Der Weck, ci porta con la mente in quelle fredde e grigie lande. Una natura che conquista l’uomo e lo lascia ammaliato, quasi impotente di fronte alla sua bellezza. I brani che compongono “The Finnishing Touch” sono diciassette, fra cui una bonus track, per la durata totale di un ora di musica. Per certi versi sembra di ascoltare i norvegesi Fruitcake, anche se qui si tratta di musica solamente strumentale. Proprio il motivo “The Finish Overture” apre il cd, malinconico e ricolmo di tastiere. Ma i The Life Line Project sono ben altra cosa, il Jazz e l’energia solare ci incontra in “Tricky Dicky Finds The Rainbow’s End” e qui mi riallaccio al discorso precedente sulle chitarre. Una musica color pastello, ne troppo calda ne fredda o nervosa, semplicemente scorrevole e dolce. Il refrain lo si incontra in diversi episodi, compreso il variegato e Progressivo “Attical Problems”. Non esulano i motivi Hard Prog, come nel caso di “Theme Of James The Rover” scritto dal chitarrista Eekhout. La canzone più lunga del cd con i suoi sei minuti, si intitola “Little Alice” e come si può ben dedurre dal proprio sound, è composta nel 1980, quando nel Progressive Rock giravano band come Tibet, Neuschwanstein e Russeau. Non da meno l’acustica “I Miss You More”, uno dei frangenti più belli dell’intero lavoro. C’è anche un minuto di jazz finlandese che conduce a “Saudades De Sor”, barocca nella chitarra e lieve, con un filo di malinconia che non stona.

In definitiva questo è un disco di vera musica, attenta alle emozioni, mai sopra le righe, quasi rispettosa nel non voler disturbare l’ascoltatore e chi gli è intorno. “The Finnishing Touch” è un ulteriore passo in avanti di questa band che, sono sicuro, anche il prossimo anno saprà stupirci con nuove idee ed eleganza. Esempio di come ci si può far sentire senza gridare. MS

Altre recensioni: Modinha; The King; Beyond Time; Distorted Memories; The Journey;
Time Out
; 20 Years After; Armenia


Indietro alla sezione L

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |