Rock Impressions

Life Line Project - Time Out LIFE LINE PROJECT - Time Out
Life Line Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog
Support: CD - 2010


Andando a scavare negli archivi musicali di Erik De Beer, leader polistrumentista del progetto Life Line Project, ci si imbatte in numerose chicche musicali. L’artista olandese è prolifico negli ultimi tempi, in più ama rispolverare dalla propria discografia lavori che comunque hanno permesso la sua evoluzione artistica. Questa è la volta di “Time Out”, album di canzoni scritte originariamente nel 1994. Qui Erik suona tutti gli strumenti e si avvale solamente della melodiosa voce di Marion Stroetinga quale coronatrice del contesto. La proposta musicale è indirizzata verso un Rock sinfonico, specialmente nella seconda parte del disco, quella strumentale.

Settantuno minuti di musica per “Time Out”, a partire dalla cavalcante “Dog Overture”, breve strumentale che fa da apripista all’intero lavoro. Chi ama la batteria acustica è avvisato, nel disco ci sono ritmiche programmate. Il secondo brano si intitola “Don’t Turn Your Back” e come nello stile Life Line Project, le tastiere la fanno da padrona. Melodie che comunque riescono ad evocare i fasti di fine anni ’70 e primi ’80, non parlo di New Prog, ma di un genere caro a band come Rousseau, Neuschwanstein o Sebastian Hardie. Dunque linee melodiche curate , a tratti sognanti, anche se i cambi di tempo sono inevitabili, come il genere vuole. Buona la prova al microfono di Marion. Bello anche l’intro di chitarra acustica in “How I Miss You Now”, pezzo caldo ed acustico facile da ricordare. Più ricercato “All You Need Is Bluff”, specie nelle coralità. Chitarre elettriche fanno breve presenza di tanto in tanto, donando alla struttura del brano più robustezza. Le tastiere ricordano passaggi alla Genesis e pur non essendo un momento epico, riesce comunque a colpire l’attenzione dell’ascoltatore. Ancora un brano intimistico con “Just A Thought” per poi giungere nuovamente a “Don’t Turn Your Back” qui in versione del singolo uscito anni fa. “Suzy” è acqua e sapone, gradevole e graziosa, un piccolo esempio di ballata a cavallo fra Prog e Pop. L’anima di De Beer si mette ancora una volta a nudo in “Time Out”, breve strumentale composto da arpeggi di chitarra, flauto e tastiere, per la gioia di chi ama sognare ad occhi aperti. Ma il brano più bello del disco è la suite “Behind The Curtain Of Your Ming” e non perché dura ventitre minuti e mezzo, ma proprio per l’insieme sonoro che qui risulta più corposo e coinvolgente. Velate armonie malinconiche fanno comparsa far i cambi di tempo ed umore. Segue “Free”, altro strumentale più gioioso e spensierato, semplice nella composizione e ben eseguito. Il disco si conclude con un altra mini suite di dieci minuti dal titolo “Across The Lines”, altro punto interessantissimo di “Time Out”, specie nel frangente di chitarra classica, spigliato e profondo. Tengo a precisare che “All You Need Is Bluff”, “Just A Thought” ed “Across The Lines”, sono tratti dall’album “Across The Lines” del 1994.

Erik De Beer non finisce mai di stupire, l’amore che nutre per questa musica è davvero contagioso e ritengo che la scelta di rispolverare “Time Out” sia più che indovinata. Bella musica senza troppi fronzoli, diretta al cuore di chi ascolta. MS

Altre recensioni: Modinha; The Finnishing Touch; The King; Beyond Time;
Distorted Memories; The Journey; 20 Years After; Armenia


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