Rock Impressions

Life Line Project - The King LIFE LINE PROJECT - The King
Life Line Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog / Sperimentale
Support: CD - 2009


Il 2009 è stato un anno prolifico per il talentuoso polistrumentista olandese Erik De Beer, il suo gruppo Life Line Project ha dato alla luce due lavori davvero interessanti. Nell’ordine “The King” è il terzo capitolo della carriera dopo “ Modhina” e “The Finnishing Touch”, pur essendo stato concepito nel 1978 e rielaborato nel 2006. Le tastiere sono nuovamente il cardine della musica, per la riuscita di un Progressive Rock delicato ed emotivo. Il disco è composto da cinque tracce, con una durata totale di cinquantacinque minuti.
“Opening” è quanto si desidera ascoltare da una band Progressive, tastiere con richiami ai Genesis, fughe di chitarra elettrica ed uno strumentale con cambi di tempo arioso e profondo.

Toccante “Is This The End?”, riguardante un brutto periodo di salute di Erik, una piccola gemma sonora dove un momento di riflessione giunge spontaneo. La voce di Maruschka Kartosonto è soave e rende tutto il brano più enfatico, assieme all’intervento del flauto dolce di Elsa De Beer. “Free Passage” alza il ritmo ed il morale, un breve strumentale nel quale la ritmica di Remon Bergwerff (basso) e Ludo De Murlanos ricopre un ruolo fondamentale. Ancora atmosfere Genesiane nella successiva “Dusk”, impreziosite ed esaltate dal lavoro orchestrale dell’oboe di Dineke Visser e dal clarinetto di Anneke Verhagen. L’emozione cresce con l’intervento della chitarra elettrica di Bram Vroon, un brano dal profumo fine anni ’70, con uno sguardo verso i tedeschi Rousseau. Ma veniamo al brano cardine dell’intero disco, la lunga suite (38 minuti) “The King”. In essa si intersecano tutte le carte giocate fino ad ora in tavola. Un vago motivo medievale ripercorre la mente, una musica fatta per colpire l’animo, non serve una tecnica strumentale eccelsa per fare centro. La melodia è l’arma vincente dei Life Line Project. Durante l’ascolto si ha come la sensazione di vedere un film ad occhi chiusi…. magia della musica! Ovviamente si susseguono cambi umorali e di tempo, come una suite di Prog Rock necessita. Ciò che colpisce l’ascolto è il perfetto dosaggio fra gli stop & go strumentali, il tutto sempre senza destabilizzare troppo l’ascoltatore, con grazia ed eleganza.

“The King” è un disco che , a mio modo di vedere, suggella una nuova realtà in ambito Progressive Rock, la conferma che i Life Line Project sono una realtà che non può più essere ignorata dagli intenditori del genere e non solo. La strada intrapresa è quella giusta, una musica senza tempo che non ha la pretesa di cambiare il mondo del Rock, ma che punta dritta all’obbiettivo “emozione” e questo è quello che in fin dei conti, la musica deve fare. Sono sicuro a questo punto che Erik e la sua creatura sonora ce ne faranno ascoltare delle belle. Attendo con fiducia nuovi sviluppi, per ora mi godo “The King”. MS


Altre recensioni: Modinha; The Finnishing Touch; The King; Distorted Memories;
The Journey; Time Out; 20 Years After; Armenia


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