Questo periodo si dimostra per l’artista olandese Erik De Beer
a dir poco prolifico. Dopo l’ottimo “The King” del
2009, è la volta di questa ristampa dal titolo “Beyond
Time”. Questo album strumentale di Prog sinfonico, basato quasi
esclusivamente sulle tastiere, è suonato totalmente da Erik,
una riedizione di un lavoro edito nel 1994. A sua volta all’interno
ci sono canzoni scritte dal 1976 in poi e non solo, alla fine si trovano
anche due brani registrati dal vivo come bonus tracks. Il suono dei
Life Line Project, come abbiamo potuto imparare nei ripetuti ascolti
dei dischi precedenti, è molto sinfonico, ma l’artista
basa molto le armonie su melodie di facile presa. Coinvolgente nell’animo,
il suono porta a far fantasticare paesaggi bucolici, inevitabile per
la sua magniloquenza.
“Shadows Of A Distant Past” è del 1978, profonda
nelle sonorità che acquistano spessore quando la chitarra elettrica
interviene. Una cascata di note dall’antico sapore Genesisano,
uno stile che per certi versi ricorda qualcosa di “Wind &
Wuthering” nei passaggi più enfatici. Sono quasi nove
minuti di musica, nella quale fuoriesce la passione di Erik per queste
sonorità, gia alla fine degli anni ’70, quando invece
il genere cominciava a dare gli ultimi sussulti. Notevole la suite
title track “Beyond Time”, a dimostrazione che la scelta
di De Beer nello ristampare e rieseguire questo lavoro è stata
giusta. Questa è del 1994, tuttavia se si ascolta il disco
nell’insieme, non sembra proprio che ci sia molta distanza di
tempo fra un brano e l’altro. L’omogeneità c’è,
a dimostrazione che questa è una musica senza tempo. “Like
Never Before” è dediacata alla moglie Elsa, elettrica
e giocosa si lascia ascoltare con allegria. Questa è del 1986
ed è molto orecchiabile, gradevole nel cambio umorale e nella
armonia globale. Ma veniamo alle due bonus tracks live, dove qui è
la band ad esprimersi, “Little Alice” del 1980 e “Last
Run” del 1994. La prima grosso modo rispecchia le caratteristiche
di “Like Never Before”, anche la struttura del pezzo si
svolge alla stessa maniera. Ovviamente le tastiere sono l’epicentro
dell’ascolto. La seconda rispecchia nella musica sensazioni
ariose, enfasi e grandezza, un connubio che nel Prog si presenta spesso.
Buono ancora una volta il lavoro della chitarra che serve a spezzare
l’ascolto, in quanto troppe tastiere spesso possono anche saturare
l’orecchio.
Ora so che i Life Line Project sono ancora a lavoro in studio e questo
mi rende felice, in quanto propongono ottima musica, considerando
poi che con il tempo aggiungono esperienza e personalità, non
posso che attendermi un'altra ora di ottima musica.
Musica paesaggistica e consigliata a chi vuole rilassarsi. MS
Altre recensioni: Modinha; The
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Memories;
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Out; 20 Years After; Armenia
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