Rock Impressions

Oresund Space Collective -  Different Creatures ORESUND SPACE COLLECTIVE - D ifferent Creatures
Space Rock Productions

Distribuzione italiana: Black Widow
Genere: Space Rock
Support: 2CD - 2015


Era un po’ che non ascoltavo gli OSC, il progetto portato avanti dal visionario tastierista Scott Heller. Uno degli esempi migliori di come un sogno ambizioso e profondamente utopico possa in realtà diventare solidamente reale. Sono già diversi anni che questo collettivo di musicisti ci regala grandi emozioni e le uscite discografiche, più o meno ufficiali, non si contano più. Dominante di ogni uscita è che si tratta di lunghe improvvisazioni strumentali in chiave space rock e ogni volta con formazioni diverse, con elemento comune appunto Scott.

Questo nuovo album si presenta subito bene con un artwork curato e bello, doppio cd in digipack con libretto a poster e una scelta di colori e immagini molto azzeccata, degna di questo progetto musicale. Il primo cd contiene cinque brani, tre hanno la durata di una suite, il primo “Ride to Walhalla” è enfatico, pomposo, vero space rock epico. Il ritmo incalzante con ottime parti soliste, supportate da una sezione ritmica adrenalinica. “Juggle the Juice” è breve e sperimentale, dove si divertono i tastieristi, i suoni di synth si sprecano ed è difficile immaginare uno space rock più visionario di così. “Digestive Raga” invece si rivolge all’oriente, il sitar da anni è considerato un veicolo perfetto per i viaggi cosmici e anche in questo caso non fallisce l’obiettivo. Brano molto rilassante e onirico. Ma essendo lungo più di trenta minuti è difficile raccontarne tutte le sfumature, l’unica pecca forse è la linea di basso, che mi è parsa un po’ troppo ripetitiva. “The Man From Wales” è forse il brano più vicino ai maestri del genere, gli Hawkwind. Un altro bel trip. Il primo cd si chiude con “Bon Voyage”, non credo che servano molti commenti, se non che vengono aggiunte delle percussioni etniche, che generano un’atmosfera dai sapori sciamanici e ancestrali.

Il secondo cd è composto solo da due lunghi brani, “Raga For Jerry G” di oltre venti minuti e “20 Steps Towards the Invisible Door” di oltre quarantacinque. Il primo sembra essere dedicato a Garcia, indimenticato leader dei Grateful Dead, la più grande jam band di tutti i tempi, i suoni sono orientali, molto sognanti, poi, man mano che passano i minuti, il pezzo prende sempre più quota. La chiusura è il perfetto esempio di cosa sia lo space rock psichedelico, summa di tutto il genere, dalla kosmiske musik al prog visionario degli Hawkwind, con qualcosa anche di Gong e Ozric Tentacles.

Il ritorno in grande stile di questi freakettoni non può che farmi piacere, una band fuori dalle mode e dai cliché, che porta avanti controcorrente la propria eroica proposta musicale. GB

Altre recensioni: Oresund Space Collective; It's All About Delay; The Black Tomato;
Dead Man in Space; Dead Man in Space

Interviste: 2007

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