Rock Impressions
 

INTERVISTA AI PALLAS (versione inglese)
di Massimo Salari

Complimenti per questa vostra ultima realizzazione, raccontateci come è nato “The Dreams Of Men”.
Come nostro solito, alla Pallas. Costruiamo una banca di idee, pezzo su pezzo. Nel tempo, dopo ripetuti ascolti, scegliamo il meglio e lo sviluppiamo in canzoni.

La musica di “ The Dreams Of Men” è molto profonda e complessa, dove volete arrivare?
Lo scopo è realizzare la migliore musica in assoluto. Ci teniamo molto ad ogni disco di dare il meglio di noi e questo soprattutto grazie anche all’esperienza del passato. Questa volta abbiamo voluto realizzare un album più “energico” , scritto sulla chitarra e le percussioni. Tutto ciò senza andare a stravolgere troppo quello che abbiamo fato sino ad ora. Io direi che questo è un classico Pallas, ma con più energia!

“The Bringen Of Dreams” è una canzone molto bella, di cosa parla?
È una delle scene più importanti dell’intero album, un prologo a quello in cui andremo incontro nel proseguo dell’intero lavoro. I testi ci raccontano come noi inseguiamo i nostri sogni e come ci condizionano l’esistenza. Alcuni lasciano adito a speranza, altri invece sono incubi terribili. Quando vai a dormire immagazzini i tuoi sogni inconsciamente ed il tuo subconscio ti guida in certi comportamenti. La tua mente al riguardo è consapevole, anche se razionalmente non te ne accorgi. Questo fa parte della nostra vita ed inevitabilmente la condiziona.

Cosa differenzia “The Dreams Of Men” dal precedente “The Cross & The Crucible”?
Suppongo che sia meno Gothic, anche se stranamente più scuro di tono e tetro. Con l’avanzare dell’età diventiamo sempre più tristi (ride), musicalmente ritengo che sia solo un dettaglio in più. Ogni album si concatena al successivo, questa volta abbiamo anche dedicato più tempo alla sua realizzazione. Se vi è piaciuto “The Cross & The Crucible” credo che anche questo sia di vostro gradimento.

Gli arrangiamenti ed i suoni sono molto curati, credo che sia stato un duro lavoro, che ne pensi?
C'è sempre molta sperimentazione. Ci sono nuovi strumenti. La produzione è esattamente quello che avevo in mente. E’ stato molto difficoltoso cercare di non stravolgere il nostro sound, ovvio che la gente è abituata ad ascoltare i Pallas con certe sonorità, ma penso che siamo riusciti a maturare ulteriormente senza stravolgere più del dovuto.

Da cosa sono influenzati i testi, da racconti fantastici o dalla realtà di tutti i giorni?
Esattamente da tutti e due.. Graeme ed io scriviamo insieme , o piuttosto, scriviamo separatamente e poi riportiamo insieme le nostre idee individuali per ottenere questo risultato. Penso che Graemes è quello che si ispira di più alla fantasia, mentre io alle cose che accadono tutti i giorni. Generalmente rifiniamo i testi in fase d’incisione, è stupendo cambiare qualcosa al volo per modificarne anche il significato. I testi crescono naturalmente con la musica e ci sembra una cosa giusta..

Anche la copertina è molto bella e ben rappresenta il contenuto sonoro, di chi è stata l’idea?
Bene, sono contento che ti piaccia. Non c’è una scelta precisa. E’ Mike Bentley che l’ha realizzata e lui è il sesto membro dei Pallas. Lui è quello che cura il sito web, che ci fa pubblicità; organizza tutto e tiene in mano l’agenda dei nostri impegni. Oltre a questo è anche un grandissimo grafico, diplomato in belle arti. Ha lavorato contemporaneamente a noi e questo è il risultato. Hai ragione nel dire che le immagini rappresentano la musica perché in effetti così è. Io canto, Grame suona il basso, Niall le chitarre e Mike disegna le copertine. Tutto funziona alla perfezione.

Il momento finale di “The Warriors” come emozioni mi ricorda i tempi di “The Sentinel”, cosa vi piaceva di più di quel disco e cosa di meno?
Mi piace l'ambizione di “The Sentinel”! Poche band hanno l’audacia di esordire con un album di stile orchestrale così maturo. Ma poi i Pallas sono sempre stati un gruppo dalle grandi ambizioni. Io ero un loro grande fans e quello che non mi piaceva era il fatto che in studio non riuscivano a riportare le dinamiche che elargivano in sede live, soprattutto il suono più Heavy e drammatico.

Quanto siete influenzati dai Pink Floyd e quale è il loro album che preferite?
Non posso dire di essere proprio influenzato da questo o quel gruppo, ascoltiamo tutti cose differenti e ci piacciono cose differenti, per esempio Genesis, Led Zeppelin e Deep Purple. Noi cerchiamo sempre suoni nuovi e drammatici. Come testi e musica siamo più vicini ai Genesis ed ai Yes. Il disco dei Pink Floyd che preferisco è sicuramente “Wish You Were Here”. L’equilibrio fra parole e musica in questo album è stupendo. Quando abbiamo firmato il contratto con l’Harvest abbiamo avuto l’appuntamento con il direttore e lui ci offriva da fumare e ci diceva “Have A Cigar”, adesso ogni volta che ascolto quel pezzo mi viene sempre da ridere.

Torniamo al nuovo disco, le atmosfere sono piuttosto malinconiche, a tratti quasi celtiche, come l’inizio di “Ghostdancers”, a cosa si deve questa scelta Folk?
Bene, noi siamo scozzesi. Includere questi generi di cose è completamente naturale per noi. Come ti dicevo, abbiamo sempre avuto quella riga di malinconia nella nostra musica. È in effetti una cosa molto celtica. Ultimamente abbiamo scritto delle canzoni proprio calzando la mano su questo particolare. Su "Ghostdancers" abbiamo messo il violino per dargli quel qualcosa in più di cui aveva bisogno.

Per il sottoscritto questo è il vostro disco più bello ed io vi seguo sin dagli esordi, mi piacerebbe sapere a quale album voi siete più legati e perché.
A questo! Il nuovo è sempre il favorito, perché è quello che esprime le tue emozioni al momento. Io sto ascoltando "The Dreams of Men" da mesi, ed ancora ne sono molto innamorato. E’ troppo bello da suonare!

Qual’ è il segreto che porta a fare album così belli anche dopo molti anni?
Il segreto sta nel godere in ciò che fai ed io non sono mai stato meglio, questa band è favolosa. Con il tempo è cresciuta anche la fiducia in noi stessi ed anche il fatto che ci conosciamo meglio caratterialmente, fondamentale!

Facciamo adesso un piccolo gioco, segnalateci una canzone per ogni lp e spiegateci i motivi di questa scelta.
A) “Dreams Of Men”: "Ghostdancers": Amo l'atmosfera di questo pezzo, ed i testi mettono in dubbio alcune delle “vacche sacre” della scozia e delle usanze Americane. Noi da oppressi siamo diventati oppressori in casa degli altri. Da meditare.
B) “The Cross & The Crucible: " The Blinding Darkness ": Tastiere perfettamente intrecciate con la chitarra e dei testi che amo fortemente.
C) “Beat The Drum”: " Insomniac ": l’insonnia è stato il risultato nel concepire questo disco, notti sveglio a pensare. Mi piacciono molto le sue atmosfere ed i testi che mi sono balenati in mente durante la notte alla BBC, quando ero collegato ad internet per parlare con le testate giornalistiche. Questo mi ha dato un forte senso di solitudine, che spero di aver trasmesso anche al brano.
D) “The Wedge”: " Just a Memory ": Un brano molto avanti nel tempo, ispirato al genere di Peter Gabriel.
E) “The Sentinel”; " Rise and Fall " Avevo visto I Pallas suonare questo brano dal vivo prima che lo incidessero in studio. Eccezionale!
F) “Arrive Alive”: "Crown of Thorns”. La mia canzone preferita in assoluto, anche di oggi. La prima volta che vidi i Pallas suonare dal vivo in un Pub di Glasgow cantavano questo brano e ne rimasi folgorato. Lo cantavo anche mentre tornavo a casa. Da quel momento in poi ci fù la folgorazione.

Com’è il rapporto con l’Insideout?
È buono. Loro sono un'etichetta che capisce il genere di musica che facciamo, è piccola abbastanza per non essere “montata” e grande per essere capace di distribuire bene il prodotto. Sono stati notevolmente pazienti con noi nell’attendere la realizzazione di questo nuovo album. Loro stessi ci hanno detto “Sarà pronto quando è pronto!”. Se osassero di più sarebbero sicuramente grandi come la EMI.

Cosa pensi oggi della musica dei Marillion?
Non posso dire più di tanto, non li ascolto dai tempi di "Brave". Li andai a vedere durante quel tour e non mi entusiasmarono molto, così ho perso l’interesse. Erano una grande band dal vivo con quel fenomeno di Fish, Hougart è un buon cantante, ma non posso avere un opinione su quello che fanno oggi perché non li ascolto più.

Pendragon, IQ, Jadis, Marillion... bands ancora in vita dopo moltissimi anni. Qual è quella più vicina a voi?
È bello vedere in giro gruppi così dopo tutto questo tempo! Devono essere testardi come noi. Siamo molto amici con gli IQ, anche se musicalmente abbiamo poco da spartire. Caratterialmente abbiamo lo stesso modo di fare.

La gente vi collega al genere Prog, questo vi piace o è limitativo?
Ho rinunciato a pensare di essere collegato ad un genere, alcuni dicono che siamo Prog, altri no. Non ci interessa più di tanto, noi siamo i Pallas e facciamo quello che facciamo. Il termine Prog negli anni ’70 era un termine positivo, con il tempo si è smarrito il significato stesso della parola. Oggi c’è una rinascita, ma quello che mi preoccupa di più è la lotta corpo a corpo all’interno del genere fra i gruppi sulla paternità del “vero” Prog. È come vedere i bambini che si litigano un pezzo di torta. Che tristezza.

Aiuta essere inglesi in questo genere? Se si, in che misura?
Bene, grazie della domanda, non ha aiutato i Pallas, perché noi non siamo inglesi!!! Noi siamo una band britannica. (pignoli ndr). Sicuramente la lingua aiuta, specialmente se si vuole vendere in grandi mercati come quello americano.

Perché le donne che fanno Progressive Rock (esclusi rari casi come Lana Lane) sono così poche?
Non ne ho idea. La musica Rock in generale sembra non interessare alle donne. L’atteggiamento violento di certo Rock probabilmente non si sposa con il loro carattere. Certo che più donne migliorerebbero sicuramente l’immagine di questo genere (ride).

State progettando un tour? Ci sarà l’Italia nei vostri programmi?
Stiamo pianificano delle date per Gennaio.. Sfortunatamente L’Italia non è compresa. Comunque speriamo di ritornare in tour anche in autunno e sarebbe bello includere due date in Italia. Aspettiamo anche offerte decenti.

Qual’ è la vostra nazione preferita per le date live?
Bella domanda…difficile scegliere. Ogni paese sembra avere le sue qualità. Amo la Scozia perché è casa nostra ed il pubblico è brillante. In verità devo confessare che i più matti per la nostra musica, nelle ultime date, sono stati i francesi.

Qual è invece il tuo piatto preferito?
Agnello Tikka Massalla con riso di Pilau e Peshwari Naan (tradizionale Inglese con Curry)

Quando vai in tournèe, visiti i posti in cui ti trovi?
Purtroppo non tanto quanto mi piacerebbe. Arrivi, scarichi, provi, mangi, suoni, smonti e riparti per il posto successivo, non c’è molto tempo per visitare. Mi piacerebbe soffermarmi di più ma non è sempre possibile. Disse una volta Niall, “Io sono stato in molti luoghi, soprattutto di notte!”, chissà a quali posti si riferiva in realtà? (ride)

Questi sembrano tempi molto oscuri per l’umanità, vede dei segnali di speranza?
Non credo. L'incertezza che regna nella maggior parte del mondo ha dato adito ai governi più reazionari l’opportunità di alimentare le nostre paure e di ridurre la nostra libertà. L’intolleranza non si sconfigge con l’intolleranza, così i maligni hanno la meglio. Non ho fiducia nei politici di oggi, spero di avere torto…

Per concludere l’intervista dacci un valido motivo per comperare il vostro ultimo disco.
Prendete il nostro brillate “The Dreams Of Men ", specialmente se siete stanchi del solito verso/coro/verso/coro. Atmosfere drammatiche, come noi Pallas vi abbiamo abituato da sempre, una piccola Rock opera, non è quello che desiderate?

MS

Interview (in italian) 2001; 2005

Reviews (in italian): The Sentinel; The Cross and the Crucible; The Bliding Darkness;
The Dreams of Men; Moment to Moment

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