Arjen Lucassen torna con un nuovo progetto spaziale, lasciando ancora
una volta in soffitta gli Ayreon e mette a riposo anche i neonati
Ambeon. Non è una seconda "Space Opera", la prima
fu Into the Electric Castle, ma è comunque un concept album
incentrato sulla fantascienza e lo spazio infinito che ci sovrasta,
le canzoni sono tutte legate a film o telefim fantascientifici, incentrati
su avventure nello spazio.
Era dai tempi dei grandi Hawkwind, di Bowie con i suoi Spiders From
Mars e del meno famoso, ma molto valido, Neil Merryweather, che non
si parlava più di space rock, genere minore che gli artisti
citati avevano sublimato, e Lucassen, in un impeto di nostalgia, ha
deciso di riportare in vita quel genere con nuove idee e nuovi suoni.
L'approccio di Star One è molto heavy, molto più di
quanto già fatto con gli Ayreon, forse per bilanciare le atmosfere
vellutate di Fate Of A Dreamer o forse solo perché adesso gli
andava così, sta di fatto che il nuovo disco è un concentrato
di energia pura e senza cali di tensione, mentre con gli Ayreon le
atmosfere erano molto più variegate e progressive.
La forza visionaria di Arjen ha attirato la solita schiera di prestigiosi
musicisti come guests, alle vocals troviamo Dan Swano (Nightingale),
Russel Allen (Symphony X), Damian Wilson (ex Threshold), Floor Jansen
(After Forever) e l'immancabile Robert Soeterboek ai cori. Arjen suona
un po' di tutto tranne la batteria che è affidata a Ed "forza
della natura" Warby, poi troviamo alle tastiere il contributo
di Jens Johansson in quattro brani e di Erik Norlander in altri due,
mentre si aggiunge la chitarra di Gary Wehrkamp in due tracce.
Il disco esce in due versioni, come singolo album e con bonus CD contenente:
un bellissimo "Hawkwind Medley" cantato niente meno che
da Dave Brock e "Space Oddity" di Bowie, due tracce inedite
e due versioni alternative (per il materiale incluso consiglio caldamente
l'acquisto della versione in doppio CD). Allora prendiamo l'astronave
e iniziamo l'incredibile viaggio all'interno delle visioni di Lucassen.
"Lift-Off" è un intro che apre il CD con delle tastiere
molto evocative, che ci calano subito nell'atmosfera fantastica dell'album,
ma come entra l'attacco di chitarra di Arjen e il drumming potente
di Ed in "Set Your Controls" non ci sono più dubbi
sulle intenzioni metalliche dei nostri e l'adrenalina incomincia a
pulsare veloce. Power metal dalle forti tinte progressive e grandi
linee vocali sono le caratteristiche salienti che si ripetono anche
nelle tracce successive, molto bella anche la parte centrale del brano
con ottimi duetti fra i musicisti. "High Moon" è
più cadenzata, sembrano quasi i Black Sabbath, un brano heavy
molto d'atmosfera ed epico. "Song Of The Ocean" è
un brano cadenzato quasi pomp molto bello, che richiama gli Hawkwind
per un riffing ossessivo e con un bel suono di hammond. "Master
of Darkness" è un'altra traccia molto epica impreziosita
dal solo di Norlander e dal duetto fra le keys di Johansson e la chitarra
di Lucassen, sembra di risentire i Purple. "The Eye of Ra"
è assolutamente imperdibile per la sua grande atmosfera epica.
Per ragioni di spazio non posso commentare tutti i brani, ma vi dico
che non ci sono mai cali di tensione e momenti fiacchi.
Inoltre una nota di merito va all'artwork molto ispirato del CD, la
cover è stata dipinta da Vincent Di Fate che lavora niente
meno che per la NASA. Le porte per le Galassie inesplorate si sono
aperte, cosa aspettate per partire? GB
Altre recensioni: Live on Earth; Live
on Earth DVD; Victims of the Modern Age
Interviste: 2002; 2003
Artisti correlati: Ambeon; Ayreon; Stream of Passion; Strange Hobby
Sito Web
|