Gli Anathema tornano con un disco di rifacimenti, ora le cose che
si possono dire sono tante, il gruppo ha una classe ed un’eleganza
invidiabile, la loro progressione sonora negli anni è stata
fantastica e ci ha fatto sognare, quindi ogni nuova uscita del gruppo
dei fratelli Cavanagh ci riempie di giusta curiosità e di aspettative.
L’altra faccia della medaglia è che il gruppo sembra
girare su se stesso, troppo spesso ci ripropone vecchi brani riarrangiati,
resi più eterei e solenni, ma sostanzialmente “rifatti”,
operazione sicuramente non difficile con il livello raggiunto da questi
musicisti.
Due strade antitetiche, ma entrambe percorribili. Non voglio tentare
una terza strada, ma cercare di stare nel mezzo, presentandovi i pregi
di questo disco che è molto bello esteticamente parlando, ma
che denota anche un problema a livello di composizione di nuovi brani.
Ma una terza via ci sarebbe, vale la pena di rimettere le mani su
brani già acquisiti? Io penso di si. In quasi tutte le arti
c’è una ripetizione di alcuni temi e soggetti tesa alla
ricerca di una perfezione stilistica, che di solito arriva solo dopo
un grande lavoro di sintesi artistica. Io credo che gli Anathema stiano
percorrendo un percorso di questo tipo. Il fan di lungo corso può
restare deluso da questa scelta, perché affamato di nuove idee
e sensazioni, perché si lascia guidare dalle emozioni e non
dalla ragione, ma è doveroso guardare a quest’album come
ad un percorso artistico nel suo insieme e allora ecco che si avverte
il travaglio stilistico sottostante. Questo non toglie che nella musica
le ripetizioni hanno sempre creato problemi, già ai tempi dei
grandi classici della musica si guardava con grande severità
alla ripetizione dei temi musicali, non parliamo poi dello scandalo
suscitato dai fenomeni di plagio, eppure quello che nelle altre arti
è “normale”, perché non lo è nella
musica?
Io sono convinto che un disco quando è bello va detto e va
ascoltato e questo disco degli Anathema merita di essere ascoltato,
non nell’ottica di un disco innovativo e ricco di nuove sonorità,
ma nel segno di una evoluzione memore del passato, ma che continua
ad approfondire e a suscitare emozioni. GB
Altre recensioni: Hindsight; We're
Here Because We're Here; Weather Systems;
Distant Satellites; A
Sort of Homecoming;
The Optimist
Articoli: Anathema, il vero Prog Metal
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