Il
nuovo capitolo della saga degli Arena, una delle migliori formazioni
di prog metal in attività, esce a due anni di distanza dall'ultimo
Immortal? e c'era una certa attesa.
La formazione non è cambiata rispetto alle ultime uscite: Rob
Sowden è un singer potente che canta in modo molto ispirato.
John Mitchell è un chitarrista abile e ruvido, capace di passare
con naturalezza da impennate agressive a momenti di grande intensità
poetica. Clive Nolan è un tastierista super impegnao in decine
di progetti e collaborazioni e svolge una mole di lavoro disumana.
La sezione ritmica è composta da Ian Salmon al basso e Mick
Pointer (ex Marillion) alla batteria, un motore perfetto per il gruppo.
Tutto bene direte voi, ma fin dal primo ascolto ho una sensazione
fastidiosa. "Witch Hunt" è un pomp che richiama Bon
Jovi nelle linee melodiche del cantato. "An Angel Falls"
ha un incedere molto solenne e inizia molto bene con molti cambi d'atmosfera
ed è sicuramente una delle cose migliori che offre questo CD.
I brani sono tutti attaccati fra loro ed è molto suggestivo
il lancio di "Painted Man", con un riffing che ricorda gli
Ark di Jorn Lande. La strumentale "This Way Madness Lies",
invece, ricorda troppo certe idee, anche se solo accennate, degli
U2 nell'uso della chitarra, mentre "Spectre at the Feast"
è ripresa pesantemente dal repertorio dei Pendragon, troppo
sfacciata per non stonare. Da questo punto inizia una serie di brani
interessanti, "Never Ending Night", "Skin Game"
e "Salamander" offrono un prog nervoso e un po' più
ricercato, "Tsunami" ha un incedere inquietante che ricorda
le atmosfere di "The Hound of the Baskervilles". "Bitter
Harvest" riprende atmosfere già sentite nei brani precedenti
che sviluppa con un buon finale. Nella strumentale "Riding the
Tide" si può apprezzare un grande solo di Nolan, che finalmente
fa vedere di cosa è capace. Un altro brano molto bello è
"Cutting the Cards" che, dopo un intro di chitarra acustica,
propone una cavalcata molto epica. "Ascension" chiude in
modo molto enfatico un album molto ben realizzato, il cui pregio sta
nella qualità delle musiche e dei musicisti e il cui difetto
è quello di non apportare innovazioni allo stile e al sound
della band. GB
Altre recensioni: Breakfast in Biarritz,
Contagious; Live;
Pepper's Ghost;
Ten Years On; Rapture
Interviste: 2000; 2004
Retrospettiva su Clive Nolan
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