Come è nella sua natura Devin ama stupire e cambiare le regole
del gioco, tanto che il cambiamento sembra essere l’unica sua
vera “regola”. Ecco allora che propone questo nuovo album,
un’opera rock visionaria e allucinogena, una parodia dei film
di fantascienza, il mostro mi ricorda un po’ quelli spassosissimi
di Mars Attak, un po’ fumetto irriverente e un po’ mostro
giapponese. La musica è durissima, teatrale come sempre, ma
ruvida come la carta vetrata.
Già il brano di apertura “ZTO” è un’impossibile
overture, solenne e folle al tempo stesso, micidiale e schizoide come
solo la mente di Townsend poteva concepire. In “By Your Command”
vengono illustrati i piani diabolici di Ziltoid e la musica è
infernale, Townsend erutta i testi nelle orecchie dei malcapitati,
i tempi complessi sono rallentati e risultano particolarmente disturbanti,
esplode la teatralità del nostro con un prog metal incredibile.
Non c’è respiro ed ecco che “Ziltoidia Attaxx!!!”
lancia l’attacco contro la terra, non ci sono prigionieri, tempi
e controtempi proferiscono dal cd, c’è ben poco di divertente
o di allegro nei piani di Ziltoid, un attakko sonico devastante. “Solar
Winds” ci presenta il Townsend più lirico e questo è
uno dei brani più riusciti del disco, drammatico e intenso.
Non male anche la psichedelica spaziale “Hyperdrive”,
meno incisiva invece la violenta “N9”, ancora molto space
rock, ma meno interessante, forse conoscendo il testo potrebbe essere
funzionale alla storia, senza conoscere le parole dice poco. La furia
distruttiva di Devin emerge con prepotenza dai solchi della devastante
“Planet Smasher”. Dopo un intermezzo recitato parte “Color
Your World”, un altro brano che mescola il classico space rock
al metal estremo moderno, buona l’idea, meno il risultato che
non mi convince per niente. Sulla stessa linea è “The
Greys”. La chiusura è affidata alla goliardica “Tall
Latte”, che lascia più dubbi che certezze.
Tranne qualche raro episodio questo disco è molto ostico, si
ha continuamente l’impressione che senza la guida del booklet
non si riesca a godere appieno dei contenuti musicali, in altre parole,
se si considera solo l’aspetto musicale di quest’album,
allora trovo che nel complesso sia piuttosto noioso. Townsend appare
come sempre geniale e visionario come pochi, ma un buon disco riesce
a convincere al di la della storia che racconta, che sia stato solo
un esercizio di stile? GB
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