Come molti di voi sapranno, lo storico chitarrista dei Genesis negli
scorsi anni ha riportato in tour i grandi classici della gloriosa
band, credo sia abbastanza inutile dilungarsi in presentazioni, chi
non li conosce? Quanti libri e quanti fiumi di inchiostro sono già
stati versati per celebrare la grandezza e l’importanza del
gruppo di Peter Gabriel? Io posso solo aggiungere che pochi artisti
hanno saputo giocare con la musica come loro, hanno sperimentato praticamente
tutto con grande libertà espressiva, un’attitudine che
li ha fatti amare senza riserve da diverse generazioni, ne sono una
palese testimonianza le tante band che a loro si sono ispirate e a
parte cover e tribute band chi meglio degli originali ha il diritto
di farci sognare ancora sulle note di brani immortali come “Watcher
of the Skies”, “Supper’s Ready” o “The
Musical Box”? E allora via a questo lussuoso cofanetto composto
da tre cd e due dvd (la versione in mio possesso non comprende i dvd).
La track list dei tre cd contiene diciannove tracce, che ovviamente
ripercorrono tutta la discografia iniziale dei Genesis, poi ci sono
tantissime guest star, come il veterano John Wetton, Steve Rothery
dei Marillion, che all’inizio erano considerati come una delle
band più influenzate proprio dai Genesis e ancora Nik Kershaw
e Neal Morse (Spock’s Beard, Transatlantic), altro che al prog
classico deve davvero molto, poi Roine Stolt (the Flower Kings, Transatlantic,
Kaipa) e l’enfant prodige Steven Wilson, Simon Collins (figlio
di Phil) e moltissimi altri. Difficile scegliere i momenti più
rappresentativi o descrivere ogni singola canzone, ci sono oltre due
ore e quaranta tutti da ascoltare, con le classiche suites e i brani
più corti, ma soprattutto c’è tanta musica, che
fluisce con grande intensità, di certo si è trattato
di un concerto indimenticabile ed era giusto che venisse tramandato
con questa testimonianza. Una cornucopia musicale di grande portata,
per la gioia di vecchi e nuovi fans.
Come avviene sempre in questi casi qualcuno lamenterà la mancanza
di questo o quel pezzo, qualcuno dirà che in fondo non sono
i veri Genesis, qualcun altro penserà con nostalgia ai bei
tempi andati e qualcuno, spero tanti, si godrà questo pezzo
d’arte che coinvolge tutta la nostra anima. Per cui credo che
possiamo tutti dire un grande grazie ad Hackett! GB
Altre recensioni: To Watch the Storms;
Metamorpheus; Wild
Orchids;
Out
Of The Tunnel’s Mouth;
The Tokyo Tapes; Genesis
Revisited: Live 2
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