Non conosco le ragioni per cui Hackett o la Inside Out abbiano deciso
di mettere sul mercato questo secondo cofanetto dedicato al progetto
di “rivisitazione” dei Genesis, che il chitarrista porta
avanti da diverso tempo, dopo la pubblicazione dello scorso anno dell’imponente
Live at Hammersmith. Anche perché la formazione è praticamente
la stessa e buona parte della scaletta pure, resta il fatto che è
un live registrato in modo magistrale e che si tratta di un repertorio
di primo livello. Però qualche dubbio resta, per cui credo
che saranno soprattutto i die hard fans ad avvicinarsi a questo cofanetto.
Cosa dire di questo live, il difficile è non ripetersi, perché
si tratta di pagine di musica di cui si è già parlato
molto, la scaletta è emozionante e di sicuro è rimasta
impressa a chi ha partecipato all’evento, però si tratta
di un tributo ai Genesis, con il solo Hackett a tenere il legame con
la storica band. Titoli come “Watcher of the Skies”, “Ripples”,
“The Musical Box”, “Los Endos”, “I Know
What I Like”, “Dancing With the Monnlit Knight”
sono scolpiti nel cuore di ogni rocker, musica fusa con la poesia
come nessun’altra band ha saputo fare, tutte eseguite con bravura,
merito di un gruppo di artisti di provate capacità, ma non
sono versioni “identiche” agli originali, Hackett ha voluto
un’esecuzione gioiosa e brillante e si sente. Poi c’è
il contributo di ospiti illustri come Roine Stolt (Flower Kings, Transatlantic)
in “The Return of the Giant Hogweed”, di Amanda Lehman,
Ray Wilson e John Wetton alla voce, che non sono le solite guests
scontate e prevedibili, il tutto per un’ottima riuscita dello
show.
Le critiche sono fondate, ma anche la bellezza del prodotto è
fuori discussione, sta ovviamente al lettore scegliere a cosa dare
più peso. Si tratta di un gran bel documento, che cattura una
serata magica. GB
Altre recensioni: To Watch the Storms;
Metamorpheus; Wild
Orchids;
Out
Of The Tunnel’s Mouth;
The Tokyo Tapes; Genesis
Revisited: Live 2
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