I
Nuova Civiltà compiono venticinque anni e festeggiano questa
importante meta nel modo migliore, con un nuovo album, che segue un
periodo di passaggio fondamentale, che ha visto la band raggiungere
importanti obiettivi, con un’apertura a paesi stranieri come
Malta, il Portogallo e la Bulgaria. Ma ci sono state anche decisive
difficoltà interne che hanno visto allontanarsi alcuni membri
storici e determinanti come il cantante Alessandro Lanci a cui è
subentrato Fabrizio Cattani, che ha una timbrica molto diversa, che
lo accosta vagamente a Ligabue, poi se n’è andato anche
Marco Montanari, il chitarrista e arrangiatore del gruppo, a questo
punto la momentanea uscita anche Matteo Nassisi (poi rientrato) ha
portato la band a rischiare lo scioglimento, ma Massimo Ambrogi ha
tenuto duro e ci ritroviamo un gruppo rinnovato e deciso a proseguire
il proprio cammino.
Marco era una delle anime più rock del gruppo, la sua fuoriuscita
ha portato ad un ammorbidimento del sound, divenuto oggi più
pop e più legato alle tastiere, anche i testi sono cambiati,
più accessibili e anche un po’ più espliciti,
sappiamo che la band gravita nel circuito delle band di ispirazione
cristiana e pur non avendo mai adottato messaggi “espliciti”,
nel nuovo cd hanno inserito un paio di brani come “Emmaus”
e “Saluto Te” cantata in coppia con Roberto Bignoli (un
christian rocker molto amato), dagli inequivocabili riferimenti religiosi.
L’album si apre con un intro che sembra fare il verso a celebri
dischi del rock, come il debutto dei Black Sabbath, ma qui la campana
è a festa. “Nuova Civiltà” è un inno
che vuole riassumere l’anima della band, in apertura un bel
giro di basso fa pensare ad un rock deciso, la base è blues,
il cantato si sposa bene, anche se io avrei preferito un’enfasi
maggiore a livello ritmico. “Al di Là del Mare”
è un testo intimista piuttosto profondo, come struttura è
una ballad romantica. “Libera L’Anima” è
una bella canzone, molto cantautorale, non è originalissima,
ma funziona e dal vivo farà sicuramente cantare il pubblico.
“Tutto in un Palmo” è ancora una bella canzone,
un po’ triste, anche in questo caso un tiro ritmico più
spinto mi sarebbe piaciuto di più, ma sono sicuro che dal vivo
il gruppo saprà valorizzare questa ballad. “Si Ma Tu”
invece parte subito col piede giusto, uno dei brani che ricordano
di più il Liga, ma va bene. Bella la melodia che regge “Il
Tuo Volo Libero”, mette voglia di cantare e bello l’assolo
di chitarra. “Emmaus” è la prima canzone a tema
religioso della band, che ha sempre avuto molta discrezione nel mostrare
il proprio orientamento, il tema musicale è molto piacevole
e azzeccato e comunque anche il testo non è troppo esplicito,
potrebbe segnare una importante evoluzione per il gruppo. Il disco
si chiude con un inno a Maria, “Saluto Te”, che è
invece molto esplicita, il testo è tratto da una lode di San
Francesco, devo dire che la band se l’è cavata bene,
anche se credo che questo brano rappresenti una parentesi per la band,
una specie di strizzata d’occhio ad un certo tipo di pubblico.
Questo disco è stato molto curato a livello di suoni e arrangiamenti,
i Nuova Civiltà hanno acquisito una buona maturità e
si sente, anche se credo che siano una band che vada gustata soprattutto
live, dove è il loro elemento naturale, il contatto con le
persone, l’unica vera ragione di vita di questa band, che del
contatto con la gente ha fatto la propria storia, una storia in cui
continuano ad essere perfettamente “dentro”. GB
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Intervista: 2006
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