Reuter sta sfornando dischi come caramelle e si diverte a sperimentare
con nomi importanti della scena internazionale, in questo lavoro è
accompagnato da Fabio Trentini al basso e Asaf Sirkis alla batteria.
In genere Markus ha un modo etereo di suonare, quasi ambient, in questo
progetto invece mostra un lato più ruvido, sempre sperimentale,
ma con un piglio più graffiante. La sua “touch guitar”
si è fatta acida mentre il drumming incalzante di Sirkis pompa
adrenalina. Trentini dal canto suo interviene con rifiniture ricche
di gusto. I tre sembrano lanciati in improvvisazioni molto libere,
in realtà possiamo riscontrare una forte coesione, perché,
per quanto ad un ascolto superficiale i tre possano sembrare schegge
impazzite, non perdono mai di vista un senso comune. Il rischio di
un disco come questo è sempre quello di essere autoreferenziale,
ma non è così, i tre riescono a focalizzarsi sulla musica
e le evidenti doti tecniche messe in campo suonano perfettamente funzionali
al risultato.
Ovviamente non si tratta di una proposta “per tutti”,
perché è pur sempre un disco sperimentale e d’avanguardia,
quindi elitario per vocazione. Però è più accessibile
di molti altri titoli dello stesso musicista. GB
Altre recensioni: Falling For Ascension;
Nothing Is Sacred; Sun
Trance; Shapeshifter;
Bleed
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