Dei tre musicisti coinvolti in questo progetto conosco solo il chitarrista
Markus Reuter, che tra l’altro in questo anno esce in contemporanea
con diversi dischi. Reuter è votato alla sperimentazione e
anche nelle cose più accessibili che ha prodotto, ha sempre
mostrato una spiccata vena avanguardistica. Per questo album si è
avvalso di questi due musicisti che evidentemente amano le sfide “difficili”
e si sono messi in gioco con partiture acide e psichedeliche, dove
l’impianto jazz spesso sfocia in una libertà espressiva
che va oltre il free jazz.
Quattro lunghe composizioni dove gli artisti sembrano muoversi senza
seguire regole precise, ma piuttosto umori e creazioni fantasiose.
L’impressione è proprio che sia musica interamente improvvisata,
come una forma di “istant art” messa su disco. Non è
un disco per tutti e non è da ascoltare in modo superficiale.
Talvolta sembra che Markus e compagni vogliano fare da colonna sonora
alla frenesia contemporanea con sfuriate dure e ossessive, altre volte
sembra di ascoltare dell’ambient dark, non è mai molto
rilassante. Non mancano passaggi ricchi di virtuosismo, il talento
si sente, anche se sembra che l’intento sia quello di scardinare
le certezze di chi ascolta.
Se avete uno spirito avventuroso e vi piace cercare nuovi orizzonti
questo disco fa per voi. GB
Altre recensioni: Falling For Ascension;
Nothing Is Sacred; Sun
Trance; Truce
2; Bleed
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