Enrico Ruggeri esce con l’ennesimo album della sua lunga discografia,
dopo essere stato presto dalla televisione e aver condotto trasmissioni
che hanno riscosso molti consensi, per non parlare dei libri che ha
pubblicato, gli ultimi due sono usciti nel giro di un anno (anche
se uno è stato scritto con un'altra persona), insomma sembra
che la formula di lunga vita di Enrico sia proprio il lavoro, infatti
lo troviamo in copertina di questo nuovo lavoro con un aspetto grintoso,
il giubbino di pelle nera e quel paio di occhiali bianchi, che hanno
caratterizzato l’inizio della sua carriera. La Ruota poi ricorda
molto anche il tour della Giostra della Memoria, infatti anche per
i concerti in promozione a questo album è stata ripescata la
“ruota” per selezionare le canzoni in modo casuale. Isomma
Ruggeri si è divertito a giocare col suo passato, tanto da
resuscitare i vecchi compagni Decibel riproposti proprio sul palco
del Festival.
Il primo brano “La Ruota” è poco più di
un intro che lancia “La Notte delle Fate”, la canzone
che Enrico ha presentato al Festival di San Remo, cosa dire di questo
pezzo… è un classico del nostro, questo è anche
il motivo che probabilmente ha impedito ad Enrico di ottenere di più,
anche se sappiamo tutti che al Festival ci sono logiche “strane”
e poco lungimiranti. La grinta è buona, il ritornello è
di quelli che si ficcano subito in mente, forse anche troppo facilmente,
è la capacità di Ruggeri di giocare con ritmi e parole
in modo sempre molto efficace che ancora una volta prende il volo
e passa le inferriate, musicalmente bella. “Vivi” è
una ballata molto piacevole, probabilmente sarà il prossimo
singolo estratto dal disco e direi che è una scelta quasi obbligata,
torna il tema della ruota, ma anche molte immagini usate nel testo
sono tipiche di Enrico e i fans ringraziano di cuore. “L’Attore”
è il mio brano preferito del disco, anche in questo caso il
nostro ha giocato con le parole come ha fatto in passato in canzoni
come “Il Prestigiatore” o “La Donna del Campione”,
dove indossa i panni di alcuni personaggi e li fa propri, facendoli
vivi più che mai. Un altro tema caro ad Enrico è la
guerra, che spesso ha fatto capolino fra i suoi versi, la guerra spesso
dei vinti, quella senza gloria, quella che salva solo “Il Mio
Onore”, bel testo davvero. “La Ragazza del Treno”
è un brano abbastanza prevedibile, che conferma la vena poetica
del nostro. Sullo stesso piano “Io Conosco il Rock ‘n’
Roll” è il pezzo a tutto rock che ti aspetti dal Rouge,
che non ha mai dimenticato le sue origini, che puntualmente tornano
a farsi vive, con mio grande piacere. “Padri e Figli”
prosegue sul lato poetico, mentre “La Mia Religione” affronta
temi più delicati, che Ruggeri tratta con convinzione e lucidità,
da cristiano (anche Enrico si professa cristiano) mi sento solo di
dire che la frase “perdono io non chiederò” mi
fa pensare che Ruggeri del cristianesimo rifiuti uno degli aspetti
più belli. Il rock torna a pulsare ne “L’Ordine
Naturale”, che ancora ricalca certi moduli tipici di Enrico.
“Old Girlfriends” è una ballata con un testo molto
malinconico, che mi piace più per le parole che per la musica.
Infine chiude “Vorrei”, che ricorda un po’ “Non
Finirà” e tratta il tema della “fine” con
quella dolcezza romantica tutta sua.
Possiamo dire che La Ruota è un ritorno al passato quindi?
In particolare viene da pensare ai tempi de Il Falco e il Gabbiano
e Peter Pan, quindi in un certo senso si, scelta per molti discutibile
e “preoccupante”, perché c’è chi ritiene
che un artista non dovrebbe mai guardare al passato, ma sono convinto
che Ruggeri abbia già dimostrato quello che doveva e ora si
può dedicare alla sua musica con la libertà di chi non
deve più dimostrare niente. Abbiamo conosciuto un Enrico chansonnier,
rocker, folk, ironico, poetico, sicuramente ci sono ancora nuovi volti
di Ruggeri da scoprire, ma oggi ritorna con un album forse non innovativo,
ma almeno onesto. GB
Altre recensioni: Punk Prima di Te; All
In; Frankenstein
Interviste: 2004, 2005;
2009
Live Reportage: 2004; 2009
Sito Web
|