Il prode Enrico dopo tante esperienze televisive e non, spesso orgoglioso
di dare spazio a tanti giovani artisti (come ha fatto sul disco precedente),
rieccolo finalmente con un disco di inediti, un disco che i fans del
Rouge hanno aspettato con trepidazione e pure io ero piuttosto curioso,
la nuova svolta “rock” del nostro sarebbe continuata?
Quando in Facebook ho letto il titolo del nuovo album non ho avuto
dubbi, un disco dedicato ad un “mostro” non poteva che
essere molto rock e così è stato.
Frankentein è un concept album, come direbbero gli esterofili,
cioè è un disco dove i brani sono tutti più o
meno legati tra loro da un tema comune, la diversità. Merita
sicuramente un plauso la cura per l’artwork a libro, Ruggeri
ha offerto un vero e proprio libro, all’inizio c’è
il riassunto del famoso libro della Shelley (di cui ricordo la bella
riduzione cinematografica di Branagh, con De Niro nella parte del
mostro, poi ci sono tutti i testi e le foto delle persone che hanno
realizzato il progetto, e mi piace sottolineare che la grafica ricorda
molto quella di alcuni dischi prog come il primo dei nostrani Mangala
Vallis o alcuni degli Ayreon. Poi Enrico propone delle chiavi di lettura
di ogni singolo pezzo, è una parte preziosa del cd, che è
anche e soprattutto libro da leggere oltre che musica da ascoltare.
I racconti proposti non sono quello che ci si potrebbe aspettare e
sono tutti da godere, velati da una saggezza sorridente. In chiusura
alcuni testi a cui Ruggeri si è ispirato, alcuni sono classici
della letteratura, altri vere sorprese, i più curiosi troveranno
spunti molto interessanti per continuare il viaggio.
L’apertura del cd è affidata ad un intro, “La Nave”
è una breve overture in pieno stile prog, un flauto sognante
ci ricorda i Jethro Tull (che una volta Enrico ha omaggiato in concerto),
ma anche altre formazioni meno note del prog nazionale, poi parte
il giro deciso e grintoso di “Il Capitano” con Schiavone
che ci delizia, un pezzo tutto da cantare sotto il palco, uno di quei
brani che più ci hanno fatto amare Enrico, un bel testo, un
bel ritmo e belle melodie e mi torna alla memoria un altro grande
album del nostro, Fango e Stelle, anche quello molto prog rock con
la figura dominante di Ulisse, altro che per mare ha speso parecchio.
“Le Affinità Elettive” è un blues malinconico
e misterico, Enrico dimostra tutta la sua classe con questo pezzo
da cantautore raffinato, che si integra bene con la storia narrata.
“La Folle Ambizione” è ancora rock che pulsa, ma
la parte del leone è affidata al testo, che ha delle buone
intuizioni, il ritornello non mi ha acchiappato subito, ma nell’insieme
funziona. E ancora rock blues con “Per Costruire un Uomo”
e ancora un bel testo, Ruggeri ha trovato davvero una bella fonte
di ispirazione. Finalmente ecco la title track, “Frankenstein”
inizia come una delle classiche ballate del Rouge e pian piano prende
vigore e ritmo. Il passaggio ad “Aspettando i Superuomini”
è senza soluzione di continuità, con un basso pulsante,
che, se c’erano dubbi, richiama proprio un altro passaggio da
brividi presente in Fango e Stelle. Ancora una volta un gran bel testo,
su un impianto hard rock efficace. “Diverso Dagli Altri”
è il cuore del concept ed è il mio brano preferito del
disco, con un testo in cui in tanti possiamo riconoscerci (“…
ti scopri a pensarla come lui…”) de consolarci un po’,
perché in fondo è un po’ l’esperienza di
noi tutti quando non riusciamo a farci capire, grande testo. “Il
Cuore del Mostro” è ancora blues e ancora un Ruggeri
intimista, con un’altra delle sue bellissime ballate. Stesso
discorso vale per “Ucciderò (Se Non Avrò il Tuo
Amore)”, un argomento non facile, ma che Ruggeri tratta con
la sua solita forza poetica. Il rock torna a pulsare più che
mai con “L’Odio Porta Odio”, altro pezzo tutto da
godere. Ne “Il Tuo Destino è il Mio” Ruggeri torna
a fare lo chançonier di un tempo e ci sta proprio bene. Si
chiude in bellezza con “L’Infinito Avrà i Tuoi
Occhi”, che riprende il tema dell’overture e lo sviluppa
con un testo malinconico di grande bellezza.
Un ritorno alla grande per il nostro, che dimostra ancora una volta
tutta la sua voglia di suonare e di regalarci tante emozioni, fatte
di parole efficaci e di musiche coinvolgenti, sicuramente questo può
essere guardato come il disco più bello e maturo del nostro,
altri cento di questi dischi Enrico! GB
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