Il prestigioso gruppo svedese capitanato da Roine Stolt è già
venuto molte volte nel nostro paese a portare il suo bagaglio variopinto
di musica prog e per molti l’appuntamento di Trezzo è
stato il modo per ritrovare dei vecchi amici. Nel parterre infatti
si aggirava un pubblico eterogeneo, ma composto prevelentemente di
appassionati, che in molti casi si conoscevano fra loro. Per me, invece,
è stata finalmente la prima volta per poter ammirare un gruppo
che stimo molto, un appuntamento che non volevo perdere e che aspettavo
da anni.
Certo nel tempo molte cose sono cambiate sia a livello di formazione
che a livello di sound, che rispetto al passato è molto più
rock e molto meno jazzy e improvvisato. Il gruppo, come mi ha confermato
durante l’intervista prima del concerto, mi ha detto che il
pubblico gradisce maggiormente i brani più vicini al concetto
di “canzone”, rispetto a quelli più complessi a
livello compositivo e quindi largo spazio alle emozioni e ad un rock
molto sanguigno e pulsante, a tratti anche molto hard rock.
Ovviamente i Flower Kings sono sempre se stessi, non sono diventati
un gruppo metal, piuttosto hanno indurito i suoni, rispetto ai dischi
live che avevo ascoltato, e hanno fornito una prestazione molto coinvolgente.
Questa in effetti è stata la sorpresa maggiore e più
gradita che mi ha riservato il concerto. Non è raro che un
concerto prog sia piuttosto palloso, le lunghe partiture possono risultare
molto soporifere e se in un ascolto domestico possono appagare il
nostro animo, in sede live possono, invece, avere l’effetto
di far calare terribilmente la tensione e l’interesse nel pubblico.
Bene, il concerto dei Flowers è stato bello dall’inizio
alla fine, la tensione è rimasta costante per tutta l’esibizione
che è durata ben due ore e mezza, ma per tutto il tempo non
mi sono mai annoiato un solo attimo e vi assicuro che non è
poco.
La scaletta ovviamente ha prediletto il nuovo lavoro in studio Paradox
Hotel, ma non sono mancati i brani tratti dalla passata discografia,
ma ripeto non è stata la scaletta l’elemento più
significativo dell’esibizione. I cinque sul palco poi hanno
regalato più di un’emozione, sono dei musicisti veramente
abili, in particolare Jonas Reingold, il bassita, è davvero
impressionante, sicuramente l’elemento più tecnico del
gruppo. Anche il nuovo drummer si è dimostrato all’altezza
del ruolo e Hasse si è dimostrato quello più coinvolgente
a livello visivo, inoltre ha una voce molto bella, che assomiglia
a quella di Stolt, ma che è più potente.
Insomma un bello spettacolo. Alla fine il gruppo con grande umiltà
e semplicità è sceso quasi subito a fare foto, autografi
e a parlare coi fans senza risparmiarsi e senza snobbare nessuno.
Una gran bella serata, alla prossima! GB
Live Report: 2012
Recensioni: Fan
Club CD 2000; Space Revolvers;
The Rainmaker; Scanning
the Greenhouse; Unfold the Future;
Meet the Flower Kings; Adam
& Eve; Paradox Hotel; Brim
Stoned in Europe;
Live in New York; Istant
Delivery; The Road Back Home;
The Sum of No Evil;
Desolation Rose
Interviste: 2004
Artisti correlati: Kaipa; Tomas Bodin; Karmakanic; Transatlantic;
Tangent; Roine Stolt; Circus Brimstone
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