Neal 
            Morse si è preso una pausa e ha deciso di far uscire questo 
            dischetto in compagnia dei suoi due amici musicisti più fidati, 
            il drummer Mike Portnoy, che conosciamo tutti molto bene (devo mettere 
            i soliti nomi di riferimento?), e il bassista Randy George, che per 
            quanto ne so fa parte del circuito del prog cristiano (il CPR, una 
            scena pochissimo conosciuta, ma che annovera molte formazioni di valore 
            come Glass Hammer, Salem Hill, Akacia e Proto Kaw), questi due musicisti 
            ormai si può dire che collaborano stabilmente con Morse. Infatti 
            i tredici brani che compaiono in questo cd sono stati registrati durante 
            le sessions degli ultimi tre dischi solisti di Neal. 
             
            La prima traccia è “Pleasant Valley Sunday” dei 
            Monkees, un brano che mette il buon umore fin dal primo ascolto, ma 
            è anche suonata divinamente dai nostri. “Badge” 
            dei Cream (ma composta con lo zampino di George Harrison) è 
            semplicemente un pezzo di storia del rock con le sue armonie senza 
            tempo. “Maybe I’m Amazed” è tratta invece 
            dal primo repertorio solista di McCartney e sentire queste versioni 
            in chiave prog è davvero suggestivo. “Where Do the Children 
            Play” è un brano di Cat Stevens che chiunque ami gli 
            anni settanta non può non amare. “I’m the Man” 
            mi ha un po’ sorpreso, non pensavo proprio di trovare una cover 
            di Joe Jackson, ma le sorprese sono sempre la cosa più bella. 
            “Feeling Stronger Everyday” dei Chicago è una gran 
            bella canzone, più prog di quanto non si possa pesare. “Rock 
            And Roll Suicide” di Bowie non ha bisogno di commenti, davvero 
            un altro pezzo di storia. Altra sorpresa, Morse per un brano diventa 
            Bono con “Where the Streets Have No Name” e devo dire 
            che è stato incredibilmente bravo, grande pezzo e grande interpretazione! 
            “Day After Day” dei Badfingers viene dai sixties, molto 
            carina, ma non una delle mie preferite. Torna Harrison con “What 
            Is Life”, un brano bello come una colonna sonora, alla voce 
            c’è anche Phil Keaggy. “I’m Free/Sparks” 
            degli Who, con questi brani ci sono cresciuto, potrei parlarne male? 
            Poi Portnoy riesce anche a ricordare le follie ritmiche di Moon. Verso 
            la fine si va un po’ più sul prog con “Tuesday 
            Afternoon” dei Moody Blues. Chiude la toccante “Find My 
            Way Back Home” dei Blind Faith, con un altra incredibile prestazione 
            vocale di Neal. 
             
            Certo che Morse si dimostra molto più versatile di quanto non 
            si possa pensare e anche gli amici Portnoy e George fanno bella figura 
            con un disco divertente e intrigante, con cover non convenzionali, 
            ma emotivamente tutte molto valide. GB 
             
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