Neal Morse è sempre più vulcanico, non voglio certo
tediarvi enumerando i suoi tanti progetti, ma di certo è un
musicista che non sta fermo a lungo, la sua discografia solista è
già impressionante, anche se non tutti i lavori che ha prodotto
sono veramente riusciti, comunque ha sempre mantenuto un livello decisamente
dignitoso. Ma in questo periodo Neal sembra aver ritrovato la sua
vena migliore, forse l’amicizia con Mike Portnoy lo ha galvanizzato
o forse ci sono altri motivi che ancora non conosco, sta di fatto
che ci sta dando dentro con ottimi risultati. Da quanto racconta questo
disco è nato di getto, ha riunito gli amici Mike e Randy George
e in un mese di session ecco che è nato questo album di getto,
e devo dire che la sensazione che ho avuto ascoltandolo è stata
proprio di un album così, nato sull’onda dell’entusiasmo
e di una creatività fresca e contagiosa.
Momentum si apre con la track eponima, un pezzo brillante, esuberante,
pieno di vita e di belle melodie, in questo brano c’è
anche la presenza di Paul Gilbert con un grande assolo. “Thoughts
Part 5” ricorda molto certi intrecci tipici dei Gentle Giant,
una band a cui Morse si è sempre ispirato molto, gli intrecci
ritmici non sono niente male, anche se non sono certo particolarmente
originali, però è sempre un buon ascolto. “Smoke
and Mirrors” è una specie di ballad intimista, con una
linea vocale cantautorale azzeccata. “Weathering Sky”
invece è nuovamente piena di brio e di ardore, ci sono delle
ritmiche molto ricercate, non è un brano molto lungo e forse
questo è un difetto… perdonabile. “Freak”
è un altro brano con vocazione cantautorale, questa volta è
veramente ispirato e Morse ci regala una vera zampata di genio. In
un disco di Morse non poteva certo mancare la suite (scherzo) ed ecco
che la conclusiva “World Without End” ci sovrasta coi
suoi oltre trenta minuti di spericolate incursioni nel prog a tutto
tondo, ci sono davvero tutti gli elementi che hanno reso grande questo
genere musicale e Morse mette in mostra tutta la sua cultura e il
suo amore, trasformandolo in una serie positiva di trovate musicali.
Morse è un grande, può piacere o meno, ma la sua ricchezza
interiore esplode nel suo percorso musicale in modo molto cristallino
ed è questo suo lato molto umano che ce lo fa piacere ancora
di più, poi se volete potete trovare tanti difetti, ma io mi
accontento di fermarmi ai pregi. GB
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