Credo
che pochi in Italia nel '97 si siano accorti che era nata una nuova
stella nel firmamento del tasti d'avorio. Erik Norlander in quell'anno
aveva consegnato alla storia il suo primo album solista, dopo aver
dato vita nel '93 ai Rocket Scientists e dopo aver lanciato nel '95
la carriera solista della moglie Lana Lane.
Per le mani abbiamo la ristampa rimasterizzata con le migliori tecnologie
a disposizione e con l'aggiunta di ben dieci bonus e di un video dal
vivo del debutto. Per presentare questo capolavoro si era scomodato
nientemeno che sua maestà Keith Emerson e penso che per un
tastierista non ci sia modo migliore di cominciare.
Dopo questo album Erik pubblicherà Into The Sunset nel 2000
e Music Machine lo scorso anno, due dischi molto diversi da questo
che, a mio modesto giudizio, è assolutamente imperdibile. Già
la versione originale offriva un esauriente repertorio di cosa si
può fare con le tastiere, ma questa nuova veste ci restituisce
un lavoro ancora più interessante grazie alle bonus: quattro
sono brani inediti (uno era la bonus della versione Giapponese), poi
ci sono due versioni live di cui una solista, due nuove versioni con
l'utilizzo di tecnologie differenti e, infine, due versioni demo suonate
dal solo Erik.
Threshold si basa su temi fantascientifici, la seconda passione di
Norlander, quindi c'è molto space rock anche se la componente
heavy prog è predominante. Ad accompagnare il nostro ci sono
il bassista (in questo album Erik gli ha imposto di suonare "solo"
il basso) Don Schiff e il batterista Greg Ellis, la formazione a tre
richiama subito alla mente gli ELP, ma trovo che il paragone sia ingiusto
in quanto la personalità di Erik sia come musicista che come
compositore è assolutamente singolare.
L'album è interamente strumentale e questo può essere
visto come un limite, ma la grande varietà stilistica e il
senso di compiutezza delle composizioni rendono fruibile e altamente
godibile il disco. In un certo senso sembra di ascoltare un capolavoro
del passato, sembra proprio un album uscito per miracolo da un polveroso
scaffale (per me è un grande complimento) e invece è
materiale che non ha ancora dieci anni sulle spalle. Tracce come "Neurosaur",
"No Cross to Carry", "Threshold", "Neuro
Boogie" e "Trantor Station" mi coinvolgono ad ogni
ascolto, ma sono estremamente interessanti anche gli inediti "The
Long Ion Train" con il suo giro siderale, la dinamica e pomposa
"Hyperspace", la contemplativa "Solace" e la variegata
"Return to the Ruins of Trantor".
Vorrei dire altre mille cose su questo artista e la sua musica, ma
sono sicuro che chi vorrà ascoltarlo troverà da solo
altre mille emozioni. GB
Altre recensioni: Music Machine; EEC
Tour 2001; EEC Tour 2003; Stars
Rain Down
Seas of Orion
Interviste: 2001; 2003
Articolo
Live Reportage
Sito Web
Artisti correlati: Rocket Scientists; Lana Lane
|