INTERVISTA
A ERIK NORLANDER (versione
inglese)
di Giancarlo Bolther
Sei
soddisfatto del nuovo disco? Come stanno andando i responsi?
Sono veramente contento di Into the Sunset. Nonostante abbia
dovuto lavorarci sodo, sono riuscito a mantenere una buona concentrazione
fin dall'inizio, inoltre, ho potuto contare su di uno straordinario
gruppo di musicisti per le registrazioni. Questo ha reso veramente
piacevole il realizzarlo. Fino ad oggi i responsi sono stati estremamente
positivi. Ricevo molti messaggi da tutto il mondo, sia da fans del
progressive che del metal. Anche la stampa sembra gradire il mio disco
altrettanto bene e anche questo, ovviamente, mi fa molto piacere.
Quali sono le differenze fra i tuoi due solo albums?
"Threshold", che è stato realizzato nel
'97, è un disco interamente strumentale con tastiere, basso
e batteria. "Into the Sunset", invece, è un’opera
heavy sinfonica con le chitarre in grande evidenza e un cantato aggressivo.
Di conseguenza il sound dei due dischi risulta abbastanza differente.
Nonostante questo, alcuni fattori come lo stile compositivo, il tipo
di arrangiamenti, il senso dell'armonia, il gusto degli assoli, rimangono
vicini in entrambe le opere.
Cosa significa per te questo nuovo disco?
"Into the Sunset" è la mia prima avventura
nel regno del prog metal. Sono stato un fan dell'hard rock e del metal
fin da quando ero bambino. In aggiunta a tutto il classico repertorio
progressive, ho ascoltato molto i Deep Purple, i Black Sabbath e i
Blue Öyster Cult (tutte bands con dei colori nel loro nome, che
coincidenza!). Ma, all'inizio degli anni '90, ho incominciato ad ascoltare
questa nuova miscela di metal e prog. Probabilmente i Dream Theater
sono i leader di questo movimento, ma ho apprezzato anche altri gruppi
come i Symphony X, Luca Turilli e i Rhapsody, gli Angra, e, ovviamente,
la mia band attualmente preferita: gli Ayreon! "Into the Sunset"
è il mio omaggio a questo stile metal, che, sono convinto,
sarà la nuova evoluzione del progressive rock.
Com'è iniziata la tua carriera musicale?
A otto anni i miei genitori mi iniziarono alle prime lezioni
di piano e da allora ho continuato a studiare musica. Alle scuole
superiori ho imparato a suonare anche il sax e il clarinetto. In seguito
ho studiato un po' di teoria jazz, che mi ha aiutato molto sia per
le improvvisazioni che per la stesura degli arrangiamenti. Sempre
durante le superiori, ho comprato il mio primo sintetizzatore (economico!),
che mi ha permesso di suonare con delle bands. Questo fu a metà
degli anni '80, pian piano mi sono potuto permettere un piano Rhodes
anche perché la mia strumentazione incominciava ad invecchiare.
Suonare con dei gruppi e lavorare in sala di registrazione, mi ha
permesso, pian piano, di acquistare degli strumenti sempre migliori,
così, all’età di 19 – 20 anni, ho potuto
comprare dei sintetizzatori molto buoni, che mi hanno aiutato ad esprimermi
sempre meglio, sia in studio che dal vivo. Nel frattempo, mentre frequentavo
l’università, ho continuato a studiare il pianoforte
e alcune tecniche classiche incluso alcuni rigorosi corsi di ascolto.
Ma la scuola migliore è stata il suonare musica rock dal vivo
nei clubs di Hollywood.
La tua relazione con Lana è unica nell'ambiente musicale,
come la vivi?
Io e Lana ci siamo conosciuti suonando musica (il suo gruppo
mi reclutò nell'87 come tastierista), quindi la musica ha sempre
fatto parte della nostra vita di coppia. Non riesco ad immaginare
il nostro matrimonio senza la componente musicale, sono così
intrecciati! Abbiamo costruito un mutuo accordo artistico, assolutamente
esigente in tutte le collaborazioni musicali in cui ci impegniamo,
il risultato lo si può apprezzare in quanto riusciamo a realizzare
insieme. Inoltre, è altrettanto bello andare in tour perché
abbiamo bisogno di una sola camera d'albergo per entrambe (ed Erik
sghignazza compiaciuto).
Quanto sei artisticamente influenzato da Lana?
Penso che Lana ed io ci influenziamo molto vicendevolmente.
Lana possiede una grande sensibilità artistica, al tempo stesso,
ha molta intuizione per la melodia ed è altrettanto stupefacente
la sua naturale intonazione. Fortunatamente abbiamo gli stessi gusti
per la musica, per i film e per l’arte. Entrambe siamo fans
del surreale, ci piace la suspance e la fantascienza. Quando produciamo
un disco, mettiamo sempre al centro il concept di “Lana Lane”
e non le nostre idee individuali. Questo fa sì che il cerchio
si chiuda, perché attualmente la musica di Lana Lane ci ridefinisce
come individui. Diventiamo sempre più parte integrante dell’arte
che creiamo.
Cove vi siete conosciuti tu e Lana?
Verso la fine degli anni ’80 Lana era in un gruppo
con tre donne alla voce e quattro musicisti. Avevano bisogno di un
nuovo tastierista, il loro batterista era un mio amico e consigliò
loro di chiamarmi e lo fecero. Lana ed io diventammo subito amici
e iniziammo a scrivere e a passare molto tempo insieme. In seguito
ho convinto Lana a lasciare la band perché aveva delle qualità
canore e artistiche superiori che poteva mettere in risalto, così
siamo arrivati alla pubblicazione di “Love is an Illusion”
nel ’95. Da allora Lana ha fatto molte sessions e spesso ha
partecipato ai miei progetti, come i Rocket Scientists.
Quali sono le difficoltà che dovete affrontare nella
vita di coppia pubblica e privata?
Siamo insieme ormai da 13 anni e non vedo difficoltà
dopo tutto questo tempo. L’aver condiviso fin da subito la stessa
carriera musicale ha reso tutto molto naturale.
Allora per voi non si può dire che "Love is an
Illusion" sia una definizione molto calzante?
Si, (ride) hai perfettamente ragione, non è davvero
il nostro caso!
Tu e Mark vi dividete le responsabilità nei Rocket
Scientists, come assumete i vari compiti?
E’ molto simile a quanto avviene fra me e Lana nel
contesto “Lana Lane”. Nei Rocket Scientists, Mark è
il cantante, il chitarrista e spesso si occupa anche della composizione.
Io rivesto il ruolo del produttore, dell’arrangiatore, del tastierista
e molto spesso scrivo i testi. Mark si occupa delle parti vocali,
delle armonie e degli arrangiamenti connessi così come per
le parti di chitarra, allo stesso modo io mi occupo delle parti di
tastiera. Entrambe scriviamo le parti di basso e batteria e degli
altri musicisti ospiti. Scegliamo insieme le canzoni che finiranno
sull’album, sia che le abbia scritte io, Mark o che siano delle
cover.
Ci puoi raccontare come hai conosciuto Keith Emerson e cosa
avete fatto insieme?
Conobbi Keith ad una fiera musicale nel ’95. Stavo
elaborando dei disegni e delle programmazioni su un nuovo sintetizzatore
e stavo realizzando un CD ROM che comprendeva tutte parti del classico
repertorio su synth e su organo di Emerson. La casa discografica per
cui stavo lavorando mi presentò a Keith e ci siamo subito trovati
in sintonia. Da allora siamo diventati amici e siamo rimasti in contatto.
Keith è stato così disponibile da scrivere l’introduzione
sul booklet del mio disco “Threshold” del ’97 e
penso che questo mi abbia aiutato notevolmente ad acquistare una discreta
credibilità. Egli è definitivamente il mio tastierista
preferito, un vero eroe del rock.
Stai collaborando intensamente con Arjen Lucassen (nda degli
Ayreon), continuerete a lavorare insieme?
Si, Arjen e io siamo diventati buoni amici e condividiamo
una grande stima reciproca. Spero vivamente di realizzare altri lavori
con lui in futuro.
Come ti trovi a lavorare con così tanti artisti differenti?
E’ veramente un grande piacere e un immenso privilegio
per me poter lavorare con così tanti grandi artisti. Riesco
ad imparare sempre cose nuove da ognuno di essi e questo per me ha
un valore immenso. Inoltre, è bello avere molti nuovi ottimi
amici.
Qual è l’artista che ti ha impressionato di più?
Questa è una domanda a cui è difficile rispondere.
Arjen Lucassen possiede una straordinaria visionarietà e ha
una fantastica capacità produttiva. Tony Franklin è
capace di esprimere grande musica con qualsiasi strumento. Lana in
quello che fa riesce a mettere una grande passione ed è un'artista
molto seria. Ed Warby possiede un incredibile tecnica a doppio colpo
nel suonare la batteria. Mark McCrite è dotato di un maestoso
senso dell’armonia… tutti loro mi hanno impressionato!
Su quali progetti stai attualmente lavorando?
Con Lana ho appena finito di incidere una nuova raccolta
di ballate per il mercato europeo, che verrà pubblicata verso
la fine di novembre come doppio CD. Il primo CD conterrà tutto
materiale nuovo e qualche cover. Il secondo, invece, riproporrà
“Lana Lane Ballad Collection” del ’98, che era stato
realizzato solo in Giappone, più la cover di “Season
End” dei Marillion. Lana contribuirà ad un brano del
disco tributo agli Uriah Heep che la Century Media sta realizzando.
I Rocket Scientists saranno presenti nella prossima compilation della
francese Muséa “Progfest 2000”, che dovrebbe venire
pubblicato nel febbraio del prossimo anno. Infine, stiamo componendo
i nuovi pezzi per i prossimi studio albums…
Cosa pensi dell’attuale scena sinfonica e prog metal?
Non credi che oggi ci siano troppe bands?
Penso che l’attuale scena sia veramente fantastica
e, come ho già detto prima, ritengo che il prog metal sinfonico
sia il nuovo stadio di evoluzione del rock progressivo. Mentre negli
anni ’60 e ’70 il prog combinava il rock con elementi
di jazz, folk, musica classica ed elettronica, il nuovo movimento
di metal progressivo ha aggiunto a tutto questo l’heavy metal
degli anni ’70 e ’80. Il risultato è un ibrido
grandioso e spettacolare. Finalmente la musica progressiva sta nuovamente
progredendo! Non si può riciclare all’infinito quanto
hanno fatto Yes, King Crimson e Genesis.
Il fatto che oggi ci siano molte bands che suonano questa musica non
può che essere positivo. Sicuramente alcuni gruppi sono migliori
di altri, ma la crema verrà sempre a galla, inoltre, rimane
la speranza che anche i “peggiori” possano continuare
a migliorare e diventare col tempo delle grandi bands. Penso, infine,
che sia una pessima idea quella di scoraggiare chiunque voglia sforzarsi
di creare arte. C’è così tanta porcheria commerciale
nel mondo, che abbiamo bisogno di incoraggiare l’arte e abbiamo
bisogno che gli artisti possano crescere, maturare ed evolvere. Davvero
poche persone sono nate con l’abilità di Puccini, Beethoven
o Chopin. Bisogna fare in modo di sviluppare le capacità che
abbiamo.
Hai realizzato circa 20 dischi in otto anni, come riesci ad
essere così creativo?
Ha! Se conti gli albums nei quali ho prestato la mia collaborazione
come tastierista, sono molti più di venti! Per rispondere alla
tua domanda ti posso dire che ho sempre avuto il desiderio di suonare
rock per tutta la vita e ho quindi sempre cercato di sviluppare l’abilità
creativa. Quando ero ancora uno studente, sognavo tutto il giorno
nuove idee per dei brani musicali, per realizzare nuovi suoni di synth,
per creare nuove strutture musicali. Così, adesso che possiedo
la preziosa opportunità di fare musica a tempo pieno, prendo
questo impegno con profonda serietà. C’è davvero
tanta gente che non ha questa possibilità e questo mi fa pensare
ogni giorno a quanto io sia fortunato. Questo è sicuramente
ciò che da la spinta maggiore alla mia creatività.
Quanto è difficile coordinare contemporaneamente tanti
progetti diversi?
Il segreto è focalizzarsi su di un singolo progetto
alla volta. Quando i vari progetti iniziano a sovrapporsi, diventa
difficile separarli e faccio il possibile perché questo non
avvenga, anche se, ovviamente, non mi riesce sempre. C’è
stato un periodo, verso la fine del ’99, in cui stavo lavorando
simultaneamente su “Secret of Astrology” di Lana Lane,
sul mio disco solista “Into the Sunset” e su “The
Universal Migrator” degli Ayreon. E’ stato davvero pazzesco,
ma sono riuscito a dividere i singoli progetti in settimane separate,
così nessuno ne ha risentito. Sono veramente orgoglioso di
tutti e tre questi progetti, sebbene mi abbiano lasciato qualche capello
bianco!
A questo punto della tua carriera quali sono i progetti che
ancora vorresti realizzare?
Desidero molto realizzare un album con un’orchestra.
Sto aspettando questo giorno con trepidazione e sento che sta per
arrivare. Molte orchestre dei paesi dell’Est Europa sono disponibili
a lavorare con i musicisti rock e, se riesco ad affrontare le spese
necessarie, voglio andare là ed iniziare le registrazioni.
Questa sarebbe sicuramente una grande avventura e una pietra miliare
della mia vita.
Ti ritieni soddisfatto?
Soddisfatto della mia vita? Sì. Soddisfatto di quanto
ho realizzato? Sì. Soddisfatto della mia musica in generale?
No e credo che non lo sarò mai. Il giorno che dovessi essere
soddisfatto della mia musica non varrebbe più la pena andare
avanti. Ci sono dei dischi che rappresentano delle vette artistiche
che un artista non riesce più a superare, pensa a “Dark
Side of the Moon” dei Pink Floyd, a “Moving Pictures”
dei Rush, a “Close to the Edge” degli Yes, solo per citarne
alcuni. Non credo di aver già prodotto il mio. Ho solo 33 anni
e penso di dover fare ancora molta strada prima di essere pronto per
questo!
Fra le tue influenze hai citato i BOC, cosa ti piace di quella
band?
Che band eccezionale! I Blue Öyster Cult hanno saputo
miscelare l’heavy metal con grandi tematiche di fantascienza.
Sono anche molto melodici e hanno composto delle canzoni memorabili.
Personalmente apprezzo molto lo stile chitarristico di Buck Dharma
e il cantato di Eric Bloom, una coppia fantastica. Li ho visti dal
vivo almeno dieci volte (nda beato lui), la prima avevo solo quindici
anni! Penso che il mio album preferito sia “Secret Treaties”,
sebbene mi piaccia anche “Fire of Unknown Origin”, come
pure “The Revolution by Night”. Ma c’è grande
musica in tutti i loro dischi. Anche nell’album “Mirrors”,
che è il più discusso, si può trovare dell’ottimo
materiale.
Ci puoi parlare del tuo amore per la letteratura e la fantascienza?
La letteratura e la fantascienza non sono solo dei veicoli
per fuggire dalla realtà, ma sono anche dei potenti mezzi di
espansione celebrale. Aprire la propria mente ai pensieri di altre
persone e a modi diversi di intendere la realtà, ti permette
di migliorare la tua percezione del reale, così come quando
si viaggia nei paesi stranieri. Vedere gli altri che vivono la vita
quotidiana in modo differente dal nostro, ci aiuta ad allargare le
nostre prospettive sulla vita in generale. La fantasia è essenziale,
ovviamente, ma una mente aperta è indispensabile nella vita.
Quando chiudi la tua mente, inizi a morire.
Riesci a trovare il tempo per leggere dei libri?
Attualmente sì, ci riesco. Specialmente quando viaggio,
sia in aereo che in treno, trovo i momenti migliori per dedicarmi
alla lettura. A casa, invece, è più difficile, ci sono
troppe cose che mi distraggono, ma qualche volta ci riesco lo stesso.
Comunque, abitando in California, mi occorrono circa dieci ore di
volo per andare sia in Giappone che in Europa e, dovendo spesso affrontare
questi lunghi viaggi, ho molto tempo. Spesso ci sono anche dei lunghi
tempi di attesa ed è la circostanza migliore per leggere. Se
sei in un posto insolito e non hai niente da fare, apri un libro!
Verrete a suonare in Italia?
E’ un invito? Si, accetto! Non sono mai stato in Italia,
ma è da molti anni che desidero visitare il vostro paese. Spero
veramente di poter venire da voi presto. Il vostro paese è
così carico di storia, fin dai tempi dei romani, ma anche da
molto prima! Sicuramente l’Italia è il paese più
artistico del mondo, nella scultura, nella pittura e anche nell’architettura
avete raggiunto l’apice della creatività umana. Inoltre,
mi sembra che abbiate anche un clima invitante. Okay, quando parte
l’aereo?
DISCOGRAFIA:
Threshold (1997)
Into the Sunset (2000)
Music Machine (2003)
Coi Rocket
Scientists:
Earthbound" (1993)
Brutal Architecture (1995)
Earth Below and Sky Above Live (1998)
Oblivion Days (1999)
Con Lana Lane:
Love Is An Illusion (1995)
Curious Goods (1996)
Garden of the Moon (1998)
Echoes from the Garden (1998)
Live in Japan (1998)
Ballad Collection (1998)
Queen of the Ocean (1999)
Echoes from the Ocean (1999)
Secrets of Astrology (2000)
Principali collaborazioni:
Joshua "Surrender" (1988)
Paul Sabu “Paul Sabu” (1994)
Neil Citron "Guitar Dreams" (1998)
Ayreon “The Universal Migrator part I/II”
(2000)
GB
Altre interviste: 2003
Recensioni: Threshold s.e.; Music
Machine; EEC
Tour 2001; EEC Tour 2003; Seas
of Orion
Stars Rain Down;
Hommage Symphonique
Articolo
Live Reportage
Sito Web
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