Erano i primi anni '80 quando in Inghilterra alcuni musicisti diedero
vita alla rinascita del prog, forse non sapevano che le loro gesta
avrebbero avuto una così ampia eco, ma sta di fatto che oggi,
con tutta probabilità, non ci sarebbe ancora così tanto
interesse per il prog senza di loro, anche se è sempre difficile
attribuire dei nessi certi di causa ed effetto.
Questa tesi però trova vigore nel fatto che i gruppi più
rappresentativi del cosiddetto Progressive Revival, dopo vent'anni,
sono ancora qui: Marillion, Pallas, IQ, a volte lontani dagli esordi,
a volte dopo anni di silenzio, ma sicuramente orgogliosi di vedere
nuove e folte schiere di ammiratori.
I Pendragon hanno incarnato alla perfezione l'attitudine prog più
conservatrice e meno innovativa di tutto il movimento. Alfieri di
un prog delicato ed epico, debitore di Pink Floyd (fin quasi al plagio)
e Genesis, ma spesso anche dei Marillion stessi con i quali hanno
mosso i primi passi (stesso manager e guida spirituale), si sono ritagliati
uno spazio da cult band producendo tramite un'etichetta privata una
discreta serie di dischi di alterna qualità, ma sempre molto
fedeli al loro sound.
Ritroviamo così dieci loro composizioni, dieci perle estratte
senza fatica dai loro albums e per chi non li conosce è davvero
un ottimo modo per avvicinarli, per chi li conosce già l'interesse
è dato dal fatto che due traccie, "The King of the Castle"
a "Paintbox" sono in versione acustica e "The Last
Waltz" è video. "The Walls of Babylon", "The
Shadow", "Total Recall" sono alcuni dei titoli più
rappresentativi e Nick Barrett è un chitarrista molto particolare
che sa incantare, mentre Clive Nolan non ha certo bisogno di presentazioni.
Non sono mai stato un grande estimatore di questa band per l'eccessiva
ripetitività delle loro atmosfere, ma questa raccolta è
molto bella e merita di essere ascoltata. GB
Altre recensioni: Believe; Past
and Present; Pure; Concerto
Maximo; Out
Of Order Comes Chaos;
The Masquerade Overture
Intervista
Retrospettiva su Clive Nolan
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