INTERVISTA
AI PENDRAGON con Nick Barret di Giancarlo Bolther e Massimo Salari Ciao Nick, innanzi tutto complimenti per il nuovo lavoro, sono rimasto sorpreso perché il vostro sound secondo me è leggermente mutato, cosa mi dici? Si, la tua sensazione è giusta, comunque è strano, molta gente mi dice che è diverso dal solito ed altra che è sempre molto Pendragon style. In effetti ci sono due livelli, uno più moderato con sonorità enfatiche ed un altro più duro, quello dettato dalla nostra caratteristica sonora sviluppatasi nel tempo, album dopo album. Le sensazioni sono sempre molto personali, l’importante è che siamo riusciti ad emozionare. Comunque “Believe” è sempre un disco Pendragon! Com'è nato Believe? Il concept è nato alcuni anni fa ed è basato sulla psicologia, sulla filosofia e su tutto ciò che si aggira intorno allo spirito umano. Mia madre mi ha sempre spinto a leggere molto su questi argomenti. I Mass Media ci fanno credere ciò che vogliono tramite la stampa e la televisione, il problema è proprio questo, a cosa credere? La popolazione comunque è anche curiosa e si chiede il perché delle cose e per fortuna non sempre crede a tutto ciò che certi personaggi vogliono imporci. Oggi poi c’è anche il computer con internet, ma la massa è strana, a volte crede in tutto ed a volte in niente. E’ importante parlare fra di noi, la comunicazione diretta è fondamentale per poter combattere i poteri dei Mass Media. Scambiamoci i file mentali fra di noi, confrontiamoci e cerchiamo di capire veramente cosa è giusto e cosa è sbagliato, forse così il mondo potrebbe andare meglio. Clive Nolan, il vostro tastierista, sembra meno presente in questo album che in precedenza, una scelta precisa? Dunque, in effetti la musica è stata scritta sulla chitarra ed ovviamente questo ne risente. Ma in generale le tastiere sono sempre presenti, così i samples e tutto ciò che rende caratteristico il nostro suono, oltretutto questo è anche ciò che vuole un nostro fans. Diciamo in definitiva che in “Believe” c’è più freschezza. Anche la copertina è più semplice ed immediata, cosa rappresenta? Ti piace? E’ lo specchio del brano “The Wishing Well”, ossia rappresenta la libertà di vivere, un volo dentro all’umanità, con i suoi alti e bassi. A volte ci piace rappresentare le nostre copertine in maniera molto particolareggiata, in altre occasioni ci interessa di più l’immediatezza comunicativa, questo dipende dal concept del disco. In questo caso è stato più opportuno un messaggio forte e diretto, che dia questa sensazione, quella che poi deve scaturire dall’ascolto del disco. Ma se guardi bene i tatuaggi sul corpo dell'uomo puoi scoprire molti particolari, so che il formato del cd non permette di vedere bene la copertina, ma ti assicuro che ci sono molte cose che puoi scoprire. Qual è la canzone icona dei nuovi Pendragon? ….mmh, difficile stabilirlo, ce ne sono diverse ma penso che probabilmente lo spirito dei Pendragon è ben incastonato in “The Edge Of The World” (concordo ndr). Tutte le buone emozioni escono da dentro il suo Rock, comunque ribadisco che non è solo un brano che può rappresentarci al meglio, sarebbe troppo limitativo. La musica serve per distrarsi o rilassarsi, il vostro disco è molto cervellotico ed introspettivo, come pensi che la gente possa assimilare “Believe”? Penso che la musica sia un modo per staccarsi dalla realtà e questo può farlo solamente un buon album, non certamente uno ridicolo. Ognuno ha un suo modo di elargire emozioni, la nostra musica è più per la mente, un bel modo per uscire dalla realtà e per liberare la testa. C’è chi cerca qualcosa di più importante, magari anche che tratti di politica e questo non deve sembrare strano, in fondo il mondo è bello perché siamo tutti diversi,no? A proposito di politica, la nostra società è entrata in un brutto periodo, direi molto oscuro, secondo te cosa bisogna fare, c’è bisogno di fede? Lo credo, è sicuramente un aiuto, specialmente quando credi di aver perduto ogni speranza. Quando vedi intorno a te violenza allora devi farti forza, dove la mente non razionalizza più subentra la fede. Dico questo perché la società è a volte stupida ed è difficile frenare la sua irruenza, bisogna fermarsi a pensare di creare qualcosa di buono, non di distruggere ed in questo la fede è di certo d’importanza fondamentale. Allora credi in Dio? Certamente! Ma c’è da dire che la gente fa molta confusione su questo argomento, l’importante è credere nell’amore di Dio. Mi da fastidio che si arrivi ad uccidere per dire che esiste solo questo o quello! Abbiamo perso veramente il lume della ragione. Cosa vi aspettate da Believe? Naturalmente i nostri fans si aspettano sempre un buon album, come potrebbe essere altrimenti? Questa volta , credimi, abbiamo un nuovo entusiasmo, per noi è come una rinascita. Lo hai notato anche tu, come dicevi prima, un cambiamento di sound anche se non troppo marcato e di conseguenza ci aspettiamo nuovi consensi, in fondo noi ci crediamo e ci speriamo molto. Senza dubbio è uno dei nostri migliori lavori. Nel vostro prossimo tour toccherete l’Italia? Non lo so’, credo che sia difficile, a nostro malincuore, è sempre difficoltoso scegliere un percorso giusto da fare, dipende da moltissimi fattori ma soprattutto dal nostro promoter. Mi piacerebbe molto venire in Italia, sai che amo Venezia. Voi avete un sound ben specifico, pensate di evolverlo ulteriormente con nuove soluzioni? Non lo so’ credo che in quest’ultimo album ci sia già molta carne al fuoco, ma chissà, noi non mettiamo mai un freno all’arte. L’inizio di “The Walls Of Babylon” è simile a “Shine On You Crazy Diamond” dei Pink Floyd, è evidente che per voi sono molto importanti, quale album amate di più del gruppo di Gilmour? Senza dubbio “The Dark Side Of The Moon”, ed un altro che amo molto è “The Division Bells”, veramente fantastico! Ma la discografia dei Floyd è ricca di capolavori, altri due che mi piacciono molto sono “The Wall” e “Wish You Were Here”. Siete contenti che a volte vi paragonano ai Pink Floyd o pensate che questo per voi possa essere limitativo? (ride) Strana questa domanda, perché solitamente tutti ci paragonano ai Genesis, certo che in effetti qualcosa del gruppo di Gilmour in noi esiste, così come puoi trovare tantissime altre influenze musicali, in fondo si ascolta molta musica , ad esempio Bob Dylan, Woody Gaffery etc. In generale il nostro modo di suonare è comunque molto personale. Verso la fine degli anni ’80 avete avuto una svolta più commerciale (“Kowtow”), cosa vi ha fatto ritornare verso il Progressive Rock più tradizionale? Vedi, a volte si sente il bisogno di provare cose nuove, magari anche più semplici. Reputo “Kowtow” un album strano, molto diretto e meno Prog, ma sempre sincero. Non farei mai una cosa a cui non credo in pieno. E’ comunque la gente che in definitiva sentenzia ciò che è buono e ciò che non lo è, quindi fai una conclusione. Qual è allora il tuo album preferito della vostra lunga carriera e quale quello che ha venduto di più? La risposta ti sembrerà scontata e dettata dalla promozione del nuovo album, ma sono sicuro che “Believe” è quello che mi piace di più. Per quello che riguardano le vendite è un altalenarsi fra il trio “The World”, “The Windows Of Life” e “The Masquerade Overture”. I dischi antecedenti a questi purtroppo non hanno goduto di una buona distribuzione. Io sono affezionato a tutti, come non potrei? Avete mai pensato di aggiungere altri strumenti (es. violino, sax, flauto ecc.) nel vostro sound? Si, ed è accaduto proprio in “Kowtow”. Ma nella line–up? Ah, no, le tastiere gia fanno tanto e sostituiscono molto bene tutti gli strumenti. Oramai i nostri fans amano questa line-up e questo tipo di sonorità a cui sono legati e poi sarebbe anche un aumento terribile di lavoro… Voi siete assieme ai Marillion ed IQ la storia del New Progressive, c’è stata molta competizione fra di voi? No, veramente noi siamo stati fortunati rispetto molti altri. Tutti suonavamo al Marquèe Club ed era una sana competizione. Si viveva alla giornata e più che altro pensavamo a scrivere buone canzoni. Siamo amici, è ovvio. Se fosse possibile cosa cambiereste del vostro passato? Credo veramente che non cambierei assolutamente nulla. Gli amici, la musica è esattamente quella che volevo suonare. Sono veramente felice della mia vita. Aspetta, forse una cosa si, avere più soldi? (ride) Il Prog Rock è nato in Inghilterra, ma la gente da voi non lo ha seguito tanto quanto avrebbe meritato, qual è la tua opinione al riguardo? Ottima domanda, credo che la stampa musicale qui in Inghilterra sia molto gentile con i gruppi di casa, mentre il fans è il più esigente al mondo! Il Rock in generale è un genere da noi molto seguito ed è per questo che c’è molta selettività e con il tempo l’ascoltatore è diventato un ottimo critico. La sua esigenza ha portato molti gruppi a fare del loro meglio e ricercare nuove soluzioni, di conseguenza anche la qualità sale. Ma c’è un particolare, la società è cambiata rispetto anni fa quando il Prog regnava, oggi si corre di più e si cerca musica più diretta. Quando ci sarà più calma allora si avrà più tempo di ascoltare musica più impegnata. Cosa pensi delle nuove leve di oggi che suonano questo genere? ….Non lo sò. Comunque ci sono band che fanno qualcosa di buono, alcune americane hanno buone melodie, ma non sono suoni completamente originali. Ad esempio una delle loro band più emulate sono gli Yes. Ora che mi sovviene c’è un gruppo che mi ha molto colpito per originalità, sono i Sider Sister ed è una band Pop mista a Rock Glam, richiamano per intenderci i T-Rex. Ma la gente come ti dicevo prima, specialmente i giovani, oggi non cercano musica troppo complicata. Invece conosci band Italiane? Si, ma se devo dire la verità li ascoltavo molti anni fa ed oggi non ricordo i loro nomi, mi dispiace. Dovete comunque essere orgogliosi del movimento italiano, ci sono band che hanno scritto momenti molto importanti. Se la vostra musica fosse un piatto, che cibo sarebbe? Un piatto? (Ride)….Paella! Sicuramente Paella. Amo molto il pesce ma non quel Fish dei Marillion (ancora risate). Grazie Nick per questa intervista, un saluto ai nostri lettori? Certamente! Un sincero saluto a tutti e vi giuro, non vedo l’ora di poter venire nel vostro paese e faremo del tutto per poterci venire a suonare. Recensioni: The History; Believe; Past and Present; Pure; Concerto Maximo; Out Of Order Comes Chaos; The Masquerade Overture Retrospettiva su Clive Nolan Sito Web - MySpace |