Rock Impressions

Pendragon - The Masquerade Overture PENDRAGON - The Masquerade Overture
Toff Records
Distribuzione italiana: -
Genere: New Prog
Support: 2Lp 1996 - CD 2013


Se ritorna di moda il genere Progressive Rock, non vedo come non possa ritornare altresì il New Prog. Infatti in questi ultimi anni attorno a tutto questo c’è fermento, un fulgore che non si nota dalla metà degli anni ’90. Scattano anche operazioni come questa, se volete definirla “commerciale” non vi sbagliate per nulla, ma anche necessaria, in quanto certi gioielli è giusto che vadano rispolverati di tanto in tanto. Anche perché poi non esiste copia vinilica dell’originale.

“The Masquerade Overture” è un album di mezzo per la carriera dei Pendragon, band inglese del periodo New Prog anni ’80 assieme a Marillion, IQ, Pallas e 12th Night giusto per fare alcuni nomi. Dico un album di mezzo perché è il punto massimo di un trio di cd iniziato nel 1991 con “The World”, a sua volta terzo album in studio della band. Un album che a metà carriera porta il quartetto di Nick Barret (voce e chitara) al punto massimo di popolarità.
La musica come il genere detta, si ispira a Genesis e Pink Floyd, questi ultimi in special modo nel suono della chitarra. Le tastiere di Clive Nolan fanno più che da tappeto sonoro, sono mastodontiche, il Mellotron parla, seguono melodie di facile memorizzazione e gradevoli. La ritmica di Fudge Smith (batteria) e Peter Gee (basso), pur senza strafare è ottima conduttrice della storia. Vogliamo poi parlare della copertina di Simon Williams? Chi non conosce i Pendragon ma guarda l’illustrazione del disco sa già dove il contenuto va a parare, grazie al suo naif.

L’operazione della Toff Records di ristampare in doppio vinile questo capolavoro, allegandoci addirittura l’ep “As Good As Gold” è piacevole per molti sensi: Per le orecchie, dove il suono ripulito esalta di più la fase ritmica rispetto l’originale. Per gli occhi, finalmente si può godere dell’artwork di Williams a grandezza decente, con tanto di testi e disegni. Per l’olfatto, dove ogni amante del vinile riesce a capire dove vado a parare con quello che scaturisce all’apertura dell’lp incellofanato, il profumo della stampa è per noi nostalgici un fulcro fondamentale.

Vi devo ricordare le canzoni? Dite che serve? Chi conosce già sa, e quindi si annoierebbe a leggere, mentre a chi non conosce…Beh, posso dire che “Paintbox” è un crescendo sonoro contenete assolo importanti, dove Genesis e Pink Floyd fondono i rispettivi DNA. Posso dirvi che “Master Of Illusion” sfiora il plagio negli assolo alla David Gilmour con tanto di cori femminili alla Pink Floyd, altro non voglio svelare, motivo in più per conoscere questo disco, questa band ma soprattutto questo genere che troppo spesso leggendo in giro vedo declassificato come un Prog di seconda mano, invece da esso scaturiscono grandi emozioni perché le melodie giocano un ruolo importante, non bisogna necessariamente ogni volta far vedere i muscoli, il Prog non è sempre ed obbligatoriamente complicato. Godetene. MS

Altre recensioni: The History; Believe; Pure; Past and Present;
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