Rock Impressions

RPWL RPWL - Stock
Tempus Fugit


I tedeschi RPWL sono al terzo disco in studio in tre anni di attività, ma non sono ancora molto conosciuti. Nel 2000 hanno pubblicato l'album God Has Failed e nel 2002 Trying To Kiss The Sun, con una versione live distribuita solo ai concerti.

Il presente CD esce anche con una versione DVD allegata (non compresa nel promo che sto recensendo), che ha la stessa scaletta dell'album in versione quadrofonica (dolby surround) e alcune bonus tracks. I dieci brani che compongono Stock non sono, però, delle composizioni nuove, ma sono alcuni dei brani esclusi dai due precedenti lavori in studio, questo non deve far pensare che si tratti di scarti, di materiale serie b, perché sono composizioni molto valide e che meritavano di trovare posto in un album ufficiale.

La prima cosa che colpisce di questa band è che propone un prog molto lontano dal power metal oggi tanto di moda, in particolare in patria. Il prog dei RPWL segue le orme dei Pink Floyd (ad inizio carriera erano una loro tribute band), dei Genesis e dei Camel, accostando solo in parte formazioni come i Porcupine Tree e i Pendragon. Il suono è molto pulito e solare, con melodie semplici e intense allo stesso tempo con progressioni spaziali e psichedeliche. In questo senso il gruppo si pone come una nuova voce nel panorama contemporaneo del prog e, anche se la loro proposta non è particolarmente innovativa, è da premiare una band che evita i soliti banali canoni di un prog metal ultratecnico, che ha sempre meno da dire.

Il disco apre con l'intensa cover di "Opel" di Syd Barret, mentre il secondo brano "The Way It Is" è un concentrato di quanto intendono fare i nostri: chitarre acustiche e belle melodie vocali, con dei lenti crescendo di tastiere e una sezione ritmica essenziale e piacevole, poi nel finale il tutto si complica ed emergono prepotenti le doti tecniche e compositive del gruppo. Dopo un paio di brevi intermezzi arriva la complessa "Gentle Art of Swimming", un brano psichedelico e strutturato di oltre dieci minuti, con dei suoni di chitarra e di tastiere piuttosto interessanti. "Sun in the Sky" presenta ancora una forte dose di psichedelia, ma possiede anche un certo vigore, quasi Crimsoniano. Chiude "Forgive Me", un brano molto struggente diviso in tre parti.

Questo gruppo forse non sarà alla moda, ma ha realizzato un disco veramente bello e intenso, che merita di essere apprezzato. GB

Altre recensioni: God Has Failed; Trying To Kiss The Sun; World Through My Eyes
;
Start the Fire
; The RPWL Experience; Live Experience; A Show Beyond Man and Time

Interviste: 2003; 2004

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