Rock Impressions

RPWL - The RPWL Experience RPWL - The RPWL Experience
Tempus Fugit /
Inside Out
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: CD - 2008


Da quando ho incontrato gli RPWL la prima volta mi sono subito innamorato della loro musica, questi musicisti tedeschi hanno saputo ridare vita e dignità al Pink Floyd sound, come e meglio di quanto non abbia saputo fare la storica band inglese, spingendo in particolare sul lato progressive. I dischi che hanno prodotto sono uno più bello dell’altro, live incluso, ed ero davvero curioso di sentire come si sarebbe evoluto il percorso artistico di questa band.

Diciamo subito che The RPWL Experience è un disco superlativo, il gruppo è riuscito a superarsi. Siamo sempre in presenza di sonorità Floydiane e vicine anche ai Porcupine Tree, il disco parte con la grintosa “Silenced”, una track lunga e strutturata, che dopo un riffing aggressivo apre ad una visione onirica veramente gustosa. “Breath In, Breath Out” è una rock song retta da una bella melodia vocale, un po’ alla Blackfield, ovvero quando il prog sposa le belle melodie ed è una gran bella coppia! Più sognante è “Where Can I Go”, ma siamo sempre nei confini di un rock venato da tinte prog, un mix che non piacerà agli integralisti del prog, ma che potrebbe affascinare tutti gli altri. “Masters of War” è uno dei momenti più pinkfloydiani del disco, un brano lento e particolarmente intenso, dove la poesia prende forza da un songwriting solo apparentemente semplice. “This Is Not A Prog Song” è un brano controverso, parte con un giro molto sixties e poi deflagra in un rumorismo finale molto folle. “Watch Myself” è una bella track, ma molto più prevedibile, un po’ filler se volete. “Stranger” è puro hard prog di splendida fattura, una track quasi crimsoniana e talvolta anche molto psichedelica, ricca di suggestioni, per me uno degli episodi migliori di tutto il disco. “River” è una parentesi delicata e intimista, un angolo di poesia che mette in evidenza la grande sensibilità di questi musicisti. “Choose What You Want to Look At” è un altro momento dove energia e tensioni progressive si sposano in un modo sublime, suoni ruvidi e grandi melodie vocali, che scintille. L’ultimo brano “Turn Back the Clock” è sinfonico, solare e solenne, una chiusura in grande stile, che conferma i tedeschi RPWL fra le migliori realtà prog degli ultimi anni.

La crescita di questi artisti ad oggi è stata continua e costante, ovviamente non sappiamo come sarà il futuro e non vogliamo azzardare sciocche previsioni, ma se questi musicisti manterranno anche solo metà di questa creatività sarà comunque abbastanza per gratificarci. GB

Altre recensioni: God Has Failed; Trying To Kiss The Sun; Stock
; World Through My Eyes;
Start the Fire Live; Live Experience;
A Show Beyond Man and Time

Interviste: 2003; 2004

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