Secondo
me dovremmo incominciare a chiamare the Voice of Rock anche Mr Energia
Pura! Questo nuovo disco ce lo fa ritrovare con la solita voglia di
rockare in grande stile, qualcuno si lamenta perché più
o meno Glenn sembra fare sempre le stesse cose, ma non è così.
Il cammino artistico di Glenn è proteso verso una ricerca della
perfezione e in questo il nostro ha compiuto un’evoluzione continua,
senza dimenticare che, in modo quasi miracoloso, la sua voce è
andata sempre migliorando.
Non voglio partire con i “soliti” cenni biografici, Glenn
non ne ha certo bisogno, la sua discografia ormai è così
vasta che è quasi impossibile non avere neanche un disco dove
lui non abbia dato anche solo un piccolo contributo. Piuttosto voglio
precisare che su questo nuovo album si consolida il sodalizio con
Chad Smith e John Fruscinate dei RHCP, mentre fra i veterani mantiene
saldamente il suo posto il chitarrista JJ Marsh che è veramente
molto bravo, chi l’ha visto in tour sa di cosa parlo. Il sound
risente della presenza di Chad e di Frusciante, spostandosi lievemente
dall’hard rock verso il funky soul. Non fraintendetemi, è
sempre il grande Glenn quello che ascoltiamo su Music for the Divine,
solo che ritorna il suo grande amore per l’energia del funky
e il trasporto del soul, del resto sono amori mai del tutto abbandonati.
Music for the Divine è un canto d’amore, ormai sappiamo
che Hughes non perde occasione per cantare la sua conversione a Dio
e in questo album mette tutto il suo talento per dare come sempre
il massimo. Musica energica e positiva coniugate insieme, alla faccia
di chi sostiene che il rock è uno strumento del male. Si parte
con “The Valiant Denial”, un brano cadenzato con delle
armonie vocali da brivido e un riffing stoppato molto intrigante.
Non è proprio una partenza col botto, ma Glenn si dimostra
subito in piena forma. L’hard rock venato di funky esplode con
l’anthemica “Steppin On”, ecco il Glenn che ci piace
di più, dal vivo questo brano mieterà molte vittime.
“Monkey Man” è ancora più funky della precedente,
sempre hard ma meno aggressiva e sempre all’insegna dell’energia
pura. Molto toccante la ballad “This House”, dolcemente
malinconica. “You Got Soul” basta il titolo? Soul, funky
e hard al top. “Frail” è un’altra ballata,
più intimista ma sempre emozionante. Sarà la voce di
Glenn, sarà che le melodie sono belle, saranno i musicisti
che sono bravi, ma è difficile non amare un brano come questo.
“Black Light” fra suoni moderni e vecchie suggestioni
fa da completamento ad un disco ricco. A sorpresa arriva la cover
dei Moody Blues “Nights in White Satin”, una bonus track
posta in mezzo alla scaletta, canto disperato perfetto per la voce
intensa di Glenn che rivitalizza questo classico con la sua smisurata
bravura. Un po’ come il nostro ha fatto con “Mistrated”
da oggi in poi sarà molto difficile confrontarsi con la sua
prestazione. “Too High” ha un giro molto trascinante,
ma è un po’ scontata, non è un vero riempitivo,
perché c’è molta sostanza, solo è un po’
sotto rispetto agli altri brani. “This How I Feel” ci
racconta come sta Mr Hughes, secondo voi? Ovviamente bene! Soul stellare.
Chiude “The Divine”, un brano impegnativo e difficile
posto alla fine di un album perfetto. L’argomento è difficile
da trattare e Glenn ci mette tutta la sua passione e tanto basta.
Cantare musica triste e malinconica è molto facile, ma cantare
musica di speranza e di lode senza essere mielosi o patetici è
molto, ma molto difficile, occorre una grande ispirazione e una sincerità
che a Glenn non fanno certo difetto ed ecco allora che diventa possibile
cantare per Dio e mantenere intatta la propria credibilità.
Glenn ha prodotto un altro capolavoro, un tassello che si incastra
alla perfezione nella sua discografia e che ancora una volta ci lascia
stupiti di come possa continuare a mantenere degli standard così
elevati. The Voice of Rock è la dimostrazione vivente che un
patto con Dio vale più del famoso patto col diavolo! GB
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