La Inside Out ha deciso di ristampare una cospiqua serie di lavori
di grande qualità, ma che ormai sono difficili da reperire,
facendo come ormai è sua abitudine, le cose in grande. Il primo
lavoro di questa serie che mi è capitato per le mani è
il debutto degli Spock's Beard, che fu dato alle stampe nel '95.
Oltre alla rimasterizzazione e al suono ad alta definizione, possiamo
trovare un booklet molto curato con delle note esaustive e la versione
demo del brano omonimo. A quasi dieci anni di distanza possiamo riassaporare
tutta la forza visionaria è la potenza di questa grande formazione.
The Light è il loro album più amato ed in effetti il
disco si presenta come un opera di classico prog, debitore dei King
Crimson e dei Genesis più duri e sperimentali. L'album è
composto da quattro lunghe tracce di cui la prima è il brano
omonimo, una suite di oltre quindici minuti che parte dolce e romantica
e poi si complica sempre di più, stacchi e controtempi danno
la misura della voglia dei nostri di imporsi all'attenzione del pubblico
prog. La vena è fresca e geniale e il risultato piace. "Go
the Way You Go" è sempre grande prog, il gruppo ha davanti
mille possibilità e sembra intenzionato a percorrerle tutte.
"The Water" supera i ventitre minuti, è il brano
più tormentato dell'album, altro che "luce", il lirismo
del gruppo tocca apici difficili da eguagliare, la durezza e l'asprezza
delle dissonanze diventano un affresco del genere, memorabile la sezione
intitolata "FU". "On the Edge" chiude un album
perfetto, uno di quei lavori che nessun vero fan del prog dovrebbe
snobbare.
Gli Spock's in seguito scriveranno ancora pagine di grande musica,
ma la sorpresa dell'esordio unita ad una genuinità sincera
e piena di grinta non si ripeterà più in termini così
brillanti e irresistibili. GB
Altre recensioni: Snow; Don't
Try This at Home (DVD); Feel Euphoria;
Octane;
Gluttons for Punishment; Spock's
Beard; X; Brief
Nocturnes and Dreamless Sleep
Live: 2014
Artisti correlati: Neal Morse; Ryo Okumoto; Nick D'Virgilio; Transatlantic
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