ATARAXIA
+ GOR - Novellara, 30/06/01 di Angelo Perantoni e Giancarlo Bolther |
Nella
piazza antistante la rocca di Novellara e all'interno della rocca
stessa si è svolta la rassegna Carpe Noctem dedicata al medioevo.
Strani personaggi in costume si aggirano furtivi per allietare la
serata, possiamo cosi incappare in saltimbanchi, in processioni inquietanti,
in giustiziati appesi alle mura, un mondo di fantasmi che chiedono
di essere disturbati. La serata ha visto esibirsi Gor e gli Ataraxia
in un concerto evento, Gor inizia a suonare senza nessuna amplificazione
ai piedi del palco e canta senza microfono, lo accompagnano due chitarristi,
un violinista e un percussionista. Gor si esibisce a stretto contatto
col pubblico, che così può gustare tutte le sfumature
della voce e delle danze dell'artista. I suoi brani ricordano i menestrelli
che cantavano le gesta di cavalieri e gli amori di re e regine. Lo
spettacolo si chiude con un brano di sole percussioni e la gente dimostra
di apprezzare l'atmosfera che si è creata. Ora è il
turno degli Ataraxia, che vengono introdotti dalle coreografie inquietanti
del mimo Lorenzo Busi. La prima canzone è "Parti de Mal"
ed è cantata da Giovanni e da Gor e sprigiona un'energia rossa,
ideale per un film di Kubrick. I brani successivi sono interpretati
da Francesca, con la sua voce stupenda e ammaliante. I suoi vocalizzi
non hanno nulla del virtuosismo sterile, ma emergono dall'intimo recupero
di ancestrali reminiscenze, si percepisce quell'uso del suono auspicato
da Demetrio Stratos nell'andare a ritroso fino alla radice del suono,
un'estensione maggiore di questa l'ho sentita solo nei canti dei monaci
tibetani! Nell'ambito del loro lungo repertorio, gli Ataraxia propongono
i brani più in tema con la serata, lasciando il pubblico estasiato.
Lo spazio e il tempo si sono fermati e ci aspettavamo che questa condizione
potesse durare per sempre, che potesse finalmente cancellare la follia
autodistruttiva di questi tempi bui, altro che medioevo! E' bello
ascoltare i suoni trasportati dalle onde del mediterraneo, di quando
l'Italia si chiamava Magna Grecia e di quando l'Europa veniva iniettata
dalla cultura araba. Con la musica degli Ataraxia è facile
perdersi e iniziare a viaggiare con la mente. Le chitarre e le tastiere
sono sempre melodiche e anche i brani più complessi danno,
insieme alla voce e alle performances del mimo, una struttura incentrata
sul femminile, dove l'onda, la grazia e l'apatia ne sono elementi
caratteristici. L'ingresso di Gor negli Ataraxia porta una ventata
nuova, riequilibrando l'energia con il suo percussionismo tipico del
maschile, ma con garbo e gusto, senza far esplodere quella vitalità
che ha saputo dimostrare come solista e che guasterebbe l'armonia
del gruppo. Il mimo non è una figura marginale, ma è
il vero catalizzatore dell'energia degli Ataraxia, in grado di creare
sempre il giusto pathos. Piacevole anche il pubblico che si incontra
ai concerti degli Ataraxia: attento, intelligente e lontano dagli
stereotipi e che dimostra di aver intrapreso un cammino di ricerca.
Consigliamo a tutti di andare a vedere un concerto di questo gruppo,
soprattutto agli esterofili che non si sono ancora resi conto che
in Italia c'è una band straordinaria, unica ed estremamente
apprezzata nel resto del mondo. |