Il
primo dicembre ’07 al teatro Dada di Castelfranco Emilia gli
Ataraxia hanno portato in scena il loro disco più ambizioso
e visionario della loro ricca discografia, l’epocale Paris Spleen,
con tanto di compagnia teatrale di ben tredici attori e un allestimento
scenografico studiato apposta per l’evento. L’occasione
era troppo importante per mancare all’appuntamento e così
mi sono recato con entusiasmo sul luogo del misfatto. Il pubblico
era molto selezionato, del resto lo spazio del teatro era piuttosto
angusto, e c’erano persone che venivano da molte parti d’Italia,
ho sentito persino due ragazze che parlavano fra loro in tedesco.
Lo spettacolo è iniziato puntuale e il gruppo si è presentato
sul palco inframezzandosi ai teatranti, la scenografia, ovviamente,
era la prima cosa che colpiva l’occhio dello spettatore. Il
palco era allestito come un “freak circus”, con vari suppellettili
e abbondante contorno di luci colorate, una scenografia volutamente
bizzarra e “pesante”, con vari riferimenti al grand guignol,
come vasi di vetro con (finte) parti umane sotto formaldeide, (finti)
arti appesi e ossa varie. I personaggi sul palco si presentavano in
costumi tardo ottocenteschi, tutti smodatamente carichi ed esagerati.
Gli Ataraxia si sono esbiti in questo contesto trovandosi perfettamente
a loro agio e spesso partecipando attivamente alla recita degli attori,
unico problema lo spazio molto ridotto del palco, che in effetti ha
creato qualche impedimento tecnico, ma tutto sommato la cosa non ha
disturbato troppo l’esibizione.
La band era in forma splendida, probabilmente galvanizzata dall’originalità
dell’evento e l’esibizione è stata perfetta. Paris
Spleen è stato riproposto per intero con l’aggiunta di
qualche brano nuovo, visto il grande interesse che ha suscitato l’abum
si sta già parlando di un suo sequel. Solo in chiusura il gruppo
ha proposto tre brani selezionati presi da altri album. Si è
trattato veramente di una bella serata e di una grande esibizione,
Francesca ha cantato in modo superlativo, ma anche gli altri hanno
suonato con intensità, Vittorio con la sua chitarra ha un tocco
sempre incantevole, Giovanni ha avuto modo di sbizzarrirsi e Riccardo
ha sostenuto il tutto con le sue percussioni piene di fantasia. Gli
attori hanno dato un ottimo contributo, sembrando quasi dei membri
attivi della band e non delle semplici comparse di una sera, davvero
bravi.
Avendo avuto la possibilità di vedere gli Ataraxia varie volte
dal vivo, posso dire che questa è stata una delle loro migliori
performance a cui ho assistito, ma se posso fare un appunto devo dire
di essere rimasto piuttosto deluso dalla scelta scenografica, nel
mio immaginario avevo associato le splendide musiche del disco, a
qualcosa di molto più romantico, mi riferisco al tardo romanticismo
gotico di fine ottocento, avrei voluto delle atmosfere cupe e tenebrose
alla Tim Burton, avrei voluto vedere materializzarsi gli incubi evocati
nella musica, invece sul palco c’era un aria (troppo) festosa,
come da avanspettacolo, si è giocato più sulla nota
umoristica e meno su quella drammatica, troppe finzioni “vistose”
e soprattutto troppe luci colorate, alcune delle quali sembravano
quasi natalizie. Ottima musica, ma da un punto di vista scenico questo
concerto per me è stato un’occasione mancata. Ovviamente
si tratta del mio personalissimo gusto, che nulla toglie all’unicità
dell’evento e alla bravura di tutti sul palco. GB
Live reportage: 2001
Recensioni: Suenos; Mon
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Saphir; Strange
Lights;
Arcana Eco; Paris
Spleen; Kremasta Nera; Llyr;
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at the Mount Elo;
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Intervista
Articolo: Ataraxia, una band italiana
pellegrina nel mondo
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