Al primo ascolto di questo CD ero convinto di aver sbagliato qualcosa,
mi sembrava proprio di ascoltare un nuovo album dei Flower Kings e
invece no! I Kaipa sono il primo gruppo di Roine Stolt (chitarrista
e leader dei Flower, oltre che comprimario dei Transatlantic) e nel
lontano '75 diedero alle stampe il loro primo album omonimo, seguito
da altri quattro lavori, l'ultimo dell'82.
Per la cronaca la Musea ha recentemente ristampato tutti i loro albums
e oggi ritroviamo il gruppo riunito a celebrare una carriera ingrata
e che forse sta subendo la svolta decisiva.
I Kaipa possiedevano una discreta personalità, ma non sufficiente
per farsi notare, un sound maturo e piacevole con molte influenze
che spaziavano dalla musica classica al folk, dagli Yes e ai Genesis.
Sul primo disco cantavano in svedese, lingua non molto accessibile,
pertanto restarono un gruppo da culto destinato solo agli appassionati
di prog.
Quasi certamente l'interesse per i Kaipa si è risvegliato grazie
al successo che sta baciando i Flower Kings, senza dubbio uno dei
gruppi più validi della nuova ondata progressiva, però
il sound di questo CD mi sembra eccessivamente debitore della nuova
incarnazione delle ambizioni musicali di Stolt, ma le composizioni
hanno classe, il prog di matrice settantiana viene riletto e rielaborato
con abilità. L'originalità non è certo il forte
di questo CD e le undici composizioni divise in pezzi brevi e in lunghe
suites non lasciano mai il segno, ma gli amanti del prog vecchio stampo
gradiranno questo disco ben suonato e ben orchestrato. Non voglio
pensare che l'operazione sia disonesta, anche se il sospetto è
lecito e il disco non piacerà a chi cerca un prog innovativo,
ma i brani funzionano e sono piacevoli, niente di più niente
di meno. GB
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