INTERVISTA
AI KAIPA (versione inglese)
di Giancarlo Bolther
Perché vi siete sciolti e perché avete deciso di riformarvi
dopo uno stop durato vent'anni?
L'ultima incarnazione dei Kaipa nel lontano 1982 decise di
prendersi una pausa di riflessione, perché nessuno all'epoca
era interessato al prog. In seguito questa pausa si è protratta
per ben vent'anni. Io ho continuato a fare musica come solista e ho
pubblicato tre album, l'ultimo dei quali, "Houses", è
stato realizzato nell'89. Dopo aver fatto quel disco ho cominciato
a sentirmi stanco di tutto il business legato alla musica. Non c'erano
le condizioni ideali per il tipo di musica che volevo fare in quel
periodo. Nel frattempo sono diventato padre di due bambine ed ho pensato
che era bello riuscire a trovare il tempo per stare un po' di più
a casa. Comunque ho continuato a scrivere nuove canzoni, ma senza
registrare nulla.
Negli anni '90 c'e stata la rinascita del progressive rock e il mio
vecchio amico, dai tempi dei Kaipa, Roine Stolt diede vita ai Flower
Kings.
Nel '96 il violinista Anders Rosén mi chiese di far parte di
un nuovo gruppo chiamato Hagen. L'idea era di fare della musica che
miscelasse il folk svedese con l'heavy rock. Ho trovato interessante
l'idea, per me era come una sfida e una possibilità di apprendere
qualcosa di più sulle radici della musica tradizionale svedese.
Il disco “Hagen: Corridors of time” venne realizzato per
la label tedesca Angular Records nel 2001, lavorare a questo disco
mi ha dato molti stimoli ed è stato fonte di nuove ispirazioni
per il mio stile compositivo. Probabilmente era la molla di cui avevo
bisogno per ricominciare. All'inizio del 2000 cominciai a scegliere
le cose migliori che avevo composto, convinto che il fattore tempo
era dalla mia parte e che "dovevo" fare qualcosa di quel
materiale. Contattai Roine per parlargli delle idee che avevo ed è
stato l'inizio dei nuovi Kaipa.
Cosa ti piace ricordare dei seventies e degli eighties?
Penso che in tutto il periodo che va dalla seconda parte
dei sixties fino alla fine degli anni settanta tutto era in qualche
modo "progressive". Ho incominciato a suonare col mio primo
gruppo nel '64 e ho fatto attivamente parte di questo esplosivo periodo
della storia della musica. Questa è stata certamente una grande
esperienza e penso che i Kaipa ne siano il frutto. Se gli anni settanta
sono stati il lato positivo, gli eighties, invece, sono stati la parte
negativa! Non credo di avere dei ricordi particolarmente belli di
quella decade di desolazione nella storia della musica. E' stato il
periodo delle drum machines e di alcune noiosissime "synth"
bands. Per favore, non ricordarmi più quel periodo.
In tutti questi anni cos'è cambiato nel business musicale?
Oggi viviamo il paradosso che l'industria globale della musica
non si interessa principalmente della musica, che viane considerata
solo un business. Penso che le case discografiche come la Inside Out
siano estremamente importanti al giorno d'oggi. Hanno ancora rispetto
sia della musica sia di chi l'ascolta. Spero di cuore che la grande
industria discografica si stia scavando la tomba con le proprie mani,
se lo meritano proprio!
E tu quanto sei cambiato?
Credo di più in me stesso e nelle mie idee. La mia
vita è piena di segnali positivi. Arrivano alla mia coscienza
da un universo musicale che vive dentro di me. Questo universo si
è arricchito di un enorme potere costruito sulle esperienze
positive che ho accumulato attraverso gli anni e mi indica le scelte
giuste da fare e quali invece non lo sono. Si tratta di un ponte fra
il mio universo interiore e i destinatari sconosciuti della mia musica
in giro per il mondo. Io trasformo i miei umori e le mie sensazioni
più profonde in musica e parole per stabilire un contatto con
l'audience e trasferire queste emozioni alla coscienza dell'ascoltatore.
Sono cresciuto con la consapevolezza che si tratta di una specie di
missione e io sono un messaggero. La mia missione porta gioia nella
mia vita, così posso trasferire questa gioia nella vita di
chi mi ascolta e ricevere a mia volta dei feedback, è come
un immenso cerchio di energia costruito sulla creatività.
Oggi il mondo è pieno di gente che vuole solo essere famosa
e che non si preoccupa di come ottiene il successo. Sono troppo convinti
delle proprie capacità senza che si conoscano veramente, non
hanno una missione da compiere. A me non interessa il successo, mi
interessa diffondere i contenuti della mia musica.
I propositi dei nuovi Kaipa sono puri: trasformare le mie idee musicali
e le mie emozioni e consentire agli straordinari musicisti che mi
accompagnano di contribuire con le proprie personalità per
generare un lavoro che sia arte.
Pensi che il successo ottenuto dai Flower Kings abbia aiutato
la vostra reunion?
Certamente, ho sempre seguito il gruppo e ho apprezzato il
crescente interesse verso questa band, riconoscendo che si tratta
del risultato del lavoro della mente di Roine. Questo è stato
di grande ispirazione per me.
Il vostro nuovo disco quanto è stato musicalmente influenzato
dai Flower Kings?
Per niente, Roine ed io abbiamo lavorato insieme per molti
anni, abbiamo le stesse identiche fonti di ispirazione e davvero così
tante cose in comune. Inoltre, il suo modo di suonare la chitarra
è diventato molto familiare ai fans dei Flower Kings.
Io conosco solo il vostro primo disco, che è molto
diverso da quest'ultimo. Quali sono le principali differenze fra i
vostri lavori?
Con questo nuovo album abbiamo costruito un ponte fra il
passato e il presente. Desideravo fare una sintesi per trasportare
le parti migliori della mia storia musicale nel presente, per aggiungere
tutte le mie nuove conoscenze ed esperienze e cercare di creare un
nuovo capolavoro comprendente tutto questo. Il nostro primo disco
fu registrato nel '75 e, ovviamente, abbiamo sviluppato molte strade
nuove da allora.
Ci vuoi descrivere le nuove canzoni?
Penso che sia molto difficile descrivere con delle parole
la musica. Preferisco che si ascolti direttamente il disco.
Dove collocheresti il vostro disco nella scena musicale odierna?
All'interno del rock progressivo con molte influssi provenienti
dalla musica tradizionale svedese.
Notes From The Past è un disco di fede nel futuro,
di passione per il vostro lavoro o di conferma del vostro passato?
Credo che sia il risultato di tutte e tre queste cose, penso
che hai dato una buona definizione del nostro disco.
Quanto è importante?
Senza retorica devo dirti che è estremamente importante,
mi sta dando la possibilità di tornare a comunicare con le
persone attraverso la musica e di ricevere i loro feedback, i quali
mi danno molta energia per continuare a fare musica.
Quindi si tratta di un nuovo inizio?
Se stai parlando dei Kaipa devo dire che il nuovo inizio
c'è già stato e sono sicuro che noi continueremo il
nostro viaggio musicale.
Cosa ne pensi della nuova scena progressiva e come vi collocate
all'interno di essa?
Negli anni settanta la musica progressiva conteneva, e si
sforzava per riuscirci, una ricerca infinita di nuove sfide e cercava
in tutti i modi di non essere ripetitiva. Oggi il termine "progressive
rock" per lo più viene usato per indicare gruppi che mancano
di una propria identità, che attuano una palese ripetizine
di quanto altri musicisti hanno sviluppato per lo più durante
gli anni settanta. Con il nostro nuovo album ho voluto sperimentare
la possibilità che deriva dall'essere fiero del tuo passato
senza perdere la propria identità con il desiderio di trovare
nuove soluzioni.
Secondo te quali sono i possibili sviluppi per la musica progressiva
nei prossimi anni?
Sono convinto che i musicisti che si ispirano a questo genere
musicale devono rendersi conto che la maggiore fonte di ispirazione
per comporre musica interessante e personale viene dalla propria anima
e spero anche che questo sia quanto il pubblico desidera avere. Non
penso che questo mondo abbia bisogno di altri cento gruppi fotocopia
senza una propria identità.
In Svezia ci sono molti grandi gruppi di prog: i Flower Kings,
gli Anekdoten, i Landberk, i Glory e molti altri, esiste una vera
e propria scena prog nel vostro paese?
E' vero, ci sono molti ottimi gruppi in Svezia, ma penso
che l'interesse per la musica progressiva e un fenomeno che si esprime
di più all'estero che non in patria.
Cosa ne pensi dell'attuale scena sinfonica e progressiva?
Spero di cuore che la gente si sia finalmente stancata di
ascoltare ogni giorno sempre lo stesso tipo di musica noiosa alle
radio.Sono convinto che ci sarebbe molta gente che sarebbe felice
di ascoltare musica progressiva se solo sapesse che esiste, se solo
avesse l'occasione di ascoltarla e di essere informata. Questo è
proprio il nostro problema più grande e abbiamo tutti la missione
comune di spargere la conoscenza di questa musica!
Ascolti qualche nuova band, c'è qualcosa che ti piace?
Personalmente ascolto tutti i generi musicali che trovo interessanti.
Ovviamente, ascolto volentieri tutti i gruppi collegati ai Kaipa come
i Flower Kings, i Transatlantic e i Ritual, sono tutti artisti di
altissimo livello. Mi piacciono molto anche gli Iona, hanno le stesse
influenze folk dei Kaipa, ma non possono essere considerati alla stregua
di un nuovo gruppo.
Cosa
ci dobbiamo aspettare dal futuro dei Kaipa?
Sto già lavorando a delle nuove canzoni per un prossimo
album dei Kaipa. La storia continua...
Formazione:
Hans Lundin tastiere
Roine Stolt chitarre
Morgan Agren batteria
Jonas Reingold basso
Patrik Lundstrom voce
Aleena voce
Intervista 2003;
2005
Recensioni:
Notes From the Past; Keyholder;
Mindrevolutions;
The Decca Years;
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Feelings;
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the Wake of Evolution;
Vittjar; Sattyg
Artisti correlati: Flower Kings; Ritual
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