Ormai si può affermare che i Kaipa sono tornati per restare
e consegnano alle stampe il loro terzo album dopo la reunion. Notes
era stato un antipasto, un disco non riuscito, troppo selfindulgent
e poco innovativo, Keyholder ha rappresentato una vera svolta e la
band a sorpresa ha dato prova di essere capace di una grande prestazione,
questo nuovo episodio segue la scia del precedente facendo anche meglio.
In realtà del gruppo originario degli anni settanta sono rimasti
solo il tastierista Hans Lundin, vera anima del gruppo, e Roine Stolt
(Flower Kings, Transatlantic, Tangent e molti altri), ma la formazione
degli ultimi tre album è rimasta invariata e vede il contributo
del singer Patrik Lundstrom (Ritual), del bassista Jonas Reingold
(Flower Kings), di Aleena sempre alla voce e del batterista Morgan
Agren (Zappa). Un combo dinamico e pieno di talento che diffonde un
grande senso di armonia e di forza espressiva.
L’album è composto da dieci brani molto belli e vari
fra i quali spiccano i venticinque minuti abbondanti della title track,
una mega suite con tanto di parti improvvisate e spazi per dei formidabili
solos da parte di ogni musicista. La musica è molto sinfonica
e un po’ meno folk rispetto al passato, almeno questa è
la mia sensazione. Nonostante questo si viaggia su coordinate decisamente
old school prog, ma non è un disco retrò, si tratta
piuttosto di musica moderna suonata con uno stile vintage, se mi passate
l’espressione.
Difficile non lasciarsi trasportare dalle melodie sempre molto curate
di ogni singolo pezzo di questo affresco musicale, talvolta malinconico,
spesso epico ed esaltante, ma sempre molto curato. Un must per ogni
amante del prog. GB
Atre recensioni: Notes From the Past; Keyholder;
The Decca Years; Angling
Feelings;
In
the Wake of Evolution;
Vittjar;
Sattyg
Interviste: 2002; 2003;
2005
Artisti correlati: Flower Kings; Ritual
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