Rock Impressions

Pain Of Salvation - Road Salt Two PAIN OF SALVATION - Road Salt Two
Inside Out
Distribuzione italiana: Spin Go!
Genere: Hard Rock / Progressive
Support: CD - 2011


Eccoci al secondo e conclusivo capitolo del concept Road Salt,i POS sono tornati con questo nuovo album composto da dodici canzoni, che in realtà è stato iniziato in contemporanea col precedente, non a caso i due dischi hanno le stesse atmosfere, le stesse sonorità, la stessa carica emotiva e si possono considerare a pieno titolo come due facce della stessa medaglia. Non voglio ripetere le considerazioni espresse nella precedente recensione, ci tengo solo a dire che valgono anche per questa. Siamo quindi lontani dal metal degli esordi e c’è una tensione settantina che pervade tutto il lavoro.

Dopo un intro dal sapore orientale parte “Softly She Cries” con dei ritmi stoppati e geometrie complesse, mi vien da pensare a dei moderni Led Zeppelin, band già ricordata anche nell’album precedente, più ancora “Conditioned”, ma quello che colpisce di più è il carisma con cui questa band propone questa musica, che suona autorevole, vintage e moderna al tempo stesso. “Healing Now” porta con se vibrazioni folk, anche in questo caso si possono scomodare paragoni illustri, ma è proprio nei primi anni ’70 che potevi trovare dischi dove si passava con disinvoltura da un robusto hard rock a ballate acustiche molto dolci, il tutto con una naturalezza disarmante. “To the Shoreline” è un brano delicato ed emozionale, molto diverso dai precedenti, ma pur sempre coerente con la capacità visionaria a cui i POS ci hanno abituati. “Eleven” torna a rockare duro, ma è anche molto prog e psichedelica, una vera prova di carattere.

L’ideale secondo lato apre con l’introspettiva “1979”, una partenza quasi sotto tono, ma che dimostra la grande libertà dei nostri. Molto ricca “The Deeper Cut”, che piacerà soprattutto ai loro fans più orientati al prog, con un finale che diventa un grande grido di dolore a cui è difficile restare indifferenti. Molto complessa anche “Mortar Grind”, che porta l’album ad un crescendo di intensità sempre più intrigante, l’urlo finale di Daniel è agghiacciante. Su un percorso diverso “Through the Distance” ne segue la scia, alternando momenti onirici a sfuriate metalliche. “The Physics of Gridlock” è più lirica, ma ugualmente complessa. “End Credits” chiude riprendendo il tema di apertura, ma lo sviluppa un po’ di più.

Daniel Gildenlow è riuscito ancora una volta ad emozionarci, non c’è stato l’effetto sorpresa, ma è sempre capace di produrre grande musica e gliene siamo davvero grati. GB


Altre recensioni: Be; Be, Original Stage Production; Scarsick; Ending Themes; Linoleum;
Road Salt One; Falling Home
; Remedy Lane Revisited; The Passing Light of Day

Intervista

Live Report: 2005; 2013

Sito Web



Indietro alla sezione P


Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Art | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |