A
qualche mese di distanza dalla precedente visita nel nostro paese,
sono tornati i Pain Of Salvation con i tedeschi Dark Suns di supporto,
in particolare i POS sono in forte ascesa come seguito e, infatti,
il pubblico non è mancato all’appello, anche se non c’era
l’affluenza del Rolling Stone della data di Milano, del resto
il posto era un po’ fuori mano e senza macchina era difficile
da raggiungere.
I tedeschi hanno proposto un set molto simile a quello della data
milanese con un sound più heavy e meno gothic rispetto all’ultimo
disco in studio, che è stato anche quello più rivisitato.
All’inizio il suono era piuttosto impastato e si sentivano poco
le chitarre, ma poi le cose sono migliorate dopo il terzo brano. Il
gruppo ha una buona tecnica e le composizioni non sono male, anche
se sono un po’ cervellotiche, inoltre i membri della band sono
simpatici. Il difetto è che i brani proposti non entrano nel
cuore, non lasciano una traccia, coinvolgono poco l’audience
e non hanno una particolare originalità. Se nel complesso il
gruppo mi è piaciuto e l’ho ascoltato volentieri, alla
fine dell’esibizione sono rimasto comunque con un senso di vuoto
e di distacco, l’unico brano che mi è rimasto dentro
è “Existence”.
Discorso completamente diverso per il formidabile gruppo di Daniel
Gildenlow (a mio parere) la migliore band di prog metal attualmente
in circolazione. Il gruppo ha carisma da vendere e non c’è
un solo brano brutto o mediocre nella loro set list. I POS sono capaci
di coniugare in modo mirabile potenza e poesia e riescono ad esprimere
una forza lirica che carica emotivamente il pubblico come pochi altri
artisti. La scaletta non è cambiata molto dalla data milanese,
ci sono un paio di sorprese, ma il punto di forza è che concerto
è durato due ore e mezza piene di musica spettacolare e Daniel
era in forma splendida, mentre a Milano soffriva di cattiva salute.
La discografia del gruppo viene visitata in lungo e in largo e i riffoni
metallici delle chitarre di Daniel e di Johan Hallgren sbriciolano
senza pietà le difese del pubblico. Kris al basso è
una forza della natura e anche il batterista ha un groove molto potente,
solo qualche volta in certe rullate mi è sembrato un po’
fuori tempo, ma nelle composizioni più articolate sono pochi
i batteristi che, senza “aiuti” esterni, riescono a non
sbavare, ma la sua prestazione è stata comunque notevole. Come
curiosità per i bis sono stati chiamati i Dark Sun a cantare
il brano “Ashes” in tedesco.
Mi capita poche volte di provare tanto entusiasmo per un’esibizione
live ed è la prima volta che vedo un gruppo per due volte lo
stesso anno, ma anche se dovessero tornare fra un mese non avrei esitazioni
a segnarmi la data in calendario. GB
Scaletta POS:
Epilogue
Used
Diffidentia !(foreword)
SOTL+Inside
Second Love
Insideout
Ashes
Of 2 Beginnings
Ending theme
Undertow
Brickwork pt. 1 - I,II,III
Animae Partus
Deus Nova
Dea Pecuniae
Martius/Nauticus II
Encore:
Ashes (german version)
Oblivion Ocean
Nightmist
People Passing By
Altri live report: 2013
Recensioni POS: Be; Be
(dvd); Scarsick; Ending
Themes; Linoleum;
Road Salt One;
Road Salt Two;
Falling Home;
Remedy Lane Revisited
Recensioni Dark Suns: Existence
Intervista POS |