La
Musea dopo il progetto “7 Samurai” di Akira Kurosawa,
ritorna a percorrere la storia dello spaghetti Westerns. Dopo il primo
episodio ritornano le famigerate tre suites (nel primo erano ben sei!)
composte dai "soliti noti" Randone, La Voce Del Vento e
Tilon. Questa volta viene preso di mira il clamoroso capolavoro di
Sergio Leone “Il Buono , Il Brutto E Il Cattivo” dove
Sentenza, Tuco ed il Biondo si litigano lo stesso bottino.
Strano ascoltare in lingua Progressive certi passaggi di Morricone,
come ad esempio nella prima suite “The Good” dei Randone.
In essa viene descritto il buon biondo (Clint Eastwood) e la chitarra
in tutto il discorso ha una importante rilevanza. La band del bravo
Nicola Randone spazia con disinvoltura nel cuore della musica Progressive,
dove certi cambi di tempo e certe soluzioni hanno fatto già
la storia, La bravura è nel condire il tutto con una punta
di cantautoriale, che se devo essere sincero, proprio non guasta.
Ovviamente gli anni ’70 sono la colonna portante, ma Randone
ha il gusto e la maturità giusta per far si che il brano decolli
in maniera giusta e personale. Sotto il nome La Voce Del Vento non
si aggira un gruppo italiano come farebbe pensare, ma bensì
un duo che ha scritto pagine importanti in ambito Prog Rock, Andy
Tillison e Guy Manning dei Parallel Or 90 Degrees. Il Cattivo (Lee
Van Cleef) è descritto dagli artisiti inglesi partendo con
un drammatico crescendo, anche se il western con il Prog, come dice
qualcuno più titolato del sottoscritto, non ci azzecca proprio.
Le band di riferimento, oltre a quella madre del duo, sono Genesis
e tutta la New Progressive in generale. L’ultima suite è
appannaggio dei Lilion ed il personaggio analizzato è il brutto
e maldestro Tuco (Eli Wallach). La band mette alla luce una notevole
capacità espressiva, dei repentini passaggi d’atmosfera
ed una maturità inaspettata.
Nella suite si scorgono passaggi alla Balletto Di Bronzo, PFM o addirittura
alla Maschera Di Cera. I cambi umorali sono molteplici, come suite
ci insegna, specialmente durante il bellissimo finale.
La Musea raccoglie da me consensi su consensi, non esistono motivi
economici che mi legano con nessuna casa discografica al mondo, io
seguo solo il mio istinto e la genuinità e la passione di certi
prodotti e questo “Spaghetti Epic Pt.2”, come i suoi predecessori,
è un esempio di grande professionalità. Spero che per
l’ennesima volta la nostra cecità non uccida un altro
piccolo gioiellino Prog, pure se capisco benissimo che non siamo milionari
da poter sganciare euri ogni volta che uno scribacchino ne consiglia
l’acquisto. Comunque se vi capita fra le mani, dategli un ascolto
e sono sicuro che un pensierino lo farete sicuramente. MS
Altre recensioni: The Spaghetti Epic;
The Colossus of Rhodes; Odyssey;
The 7 Samurai;
Treasure Island; Giallo!;
Inferno; Spaghetti
Epic 3;
Tuonen Tytar 2;
Purgatorio
|