Rock Impressions

STEVEN WILSON - Live al Teatro della Luna di Assago (Milano) 28/03/13
di Laura Medei

Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Eccoci a Milano, al Teatro della Luna di Assago, per l’ultima data del tour europeo di Steven Wilson (The Raven that Refused to Sing Tour), e per ora unico appuntamento italiano. Abbiamo aspettato l’evento per mesi, la sala è piena da scoppiare, l’aria quella della sera speciale, che si vuole ricordare a lungo. I fans più accaniti, quelli come me, arrivano qui dagli angoli più disparati del Paese. Lo scenario è elegante ma i posti numerati mettono in soggezione e l’atmosfera è forse un po’ troppo composta per quello che ci vorrebbe, con tutto che già da diversi minuti gira un brano dei Bass Communion (uno dei molti progetti di Wilson, in collaborazione con Robert Fripp dei King Crimson), mentre sullo sfondo passano filmati che di rassicurante hanno ben poco. Resta il fatto che starsene seduti in poltrona non è da concerto rock. L’unica è sperare che almeno sia buona l’acustica.
Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Lo spettacolo inizia puntuale. Alle nove fa il suo ingresso la band, accompagnata dai fantasmi che popolano lo sfondo. Sulla sinistra del palco, a pochi metri dal posto dove sono io, Nick Beggs al basso e alla batteria Marco Minnermann, per la sua ultima esibizione col gruppo, come sapremo più avanti. Sulla destra Adam Holzman alle tastiere, l’acclamatissimo Theo Travis con i suoi flauti e sax, e Guthrie Govan alla chitarra elettrica. Al centro, di fianco al mellotron, l’eterno ragazzo di Londra, scalzo come tradizione vuole. La band è in grande spolvero e si capisce fin dalle prime rullate di Luminol, il pezzo con cui il live prende energicamente il via calandoci con tutte le scarpe nel gotico più oscuro.
Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Conoscevamo già il brano per averlo visto eseguito nel tour dello scorso anno (Grace for Drowning Tour): dodici minuti di puro godimento prog, tra cambi di tempo e sventagliate strumentali dove la maestria dei musicisti viene fuori in tutta la sua schiettezza. Seduto di fianco a me il tipo che non ti aspetteresti mai di avere accanto a un live rock: un acquarellista. Colori, pennelli, la boccia dell’acqua a terra, non manca niente. Sta catturando delle scene dal palco, per lo più ritratti, a segni larghi, confidenti. Escono belle tavole. Come farà a vederci nella penombra è un mistero.

Drive Home è il secondo pezzo della serata. Altro splendido estratto da The Raven That Refused to Sing, brano dalla cadenza sognante, delicatissima, dai passaggi raffinati. Seguono The Pin Drop e la dolce Postcard, una delle perle liriche di Grace for Drowning, che Steven conduce senza staccarsi un secondo dal mellotron. Suggestiva l’ambientazione: la luce è blu, e sullo sfondo riempie lo spazio l’immagine di un volto dagli accenti glaciali, enorme. Al termine del brano cambio di strumenti: Steven imbraccia un basso elettrico, Beggs passa allo stick, strumento simile a un basso con dieci corde che si suona come fosse una tastiera, e subito parte l’allucinata The Holy Drinker, dalle ritmiche cupe, accanite.
Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Il teatro si solleva. L’acquarellista è alla terza tavola. A tratti dipinge al buio, sa solo lui come fa. Dal palco ecco di nuovo una digressione incantata al disco precedente con Deform to Form a Star, introdotta da un intenso assolo di Adam al piano elettrico, e a fine brano, quando ancora regge la delicatezza delle ultime note, viene calato un telo semitrasparente, come un sipario fatto di nebbia. Segue un breve intervallo, ancora Bass Communion a fare da tappeto all’attesa e scene scure di angosce proiettate contro il telo, il volto di un’anziana, un orologio.
Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Ecco la splendida The Watchmaker, forse il momento più autenticamente prog della serata. L’inizio è acustico, ha qualcosa di magico, coinvolgente, e la nebbia del telo lo rende ovattato. Steven e Guthrie prima, poi il flauto di Theo, imbastiscono in perfetto accordo momenti di una dolcezza che incanta. Uno a uno si uniscono tutti gli altri e tra aperture, rincorse ed assoli il brano prende definitivamente quota. Le chiacchiere stanno a zero, siamo davanti a musicisti stellari, vere macchine da palcoscenico, e la formazione è di quelle potenti. La sala è in preda al brivido. Solo l’acquarellista sembra immune. Lui dipinge, non fa un sorriso, una parola.
Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Dal disco precedente viene poi Index. L’atmosfera qui è inquietante per davvero. Le luci alle spalle della band rimandano le ombre sul telo mentre scorrono sul fondo immagini di manichini e insetti. Steven deve amare molto Index, non ci sono dubbi, così come la amiamo noi. È un brano difficile perché è difficile il tema (si parla di un collezionista di corpi, un serial killer), ma quanto è trascinante eseguito così, con questa energia, queste ombre. Semplicemente magnifico. Segue la dolce Insurgentes, dall’omonimo primo lavoro solista di Wilson, e al termine del pezzo viene tolto il telo.

Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Ora Steven ci chiama sotto il palco. Senza nulla togliere al luogo (e comunque l’acustica è buona), riconosce anche lui che i concerti rock non andrebbero seguiti in poltrona. E siccome adora sentire il calore del pubblico italiano, eccoci finalmente chiamati a fare la nostra parte. Nemmeno un minuto e lo spazio tra il palco e la prima fila è un carnaio. Siamo tutti lì, in visibilio, e inevitabilmente l’atmosfera si arroventa.
Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Ora è la volta di Harmony Konine, altro brano di Insurgentes e uno dei più amati della carriera solista di Wilson. Subito dopo No Part of Me, introdotta da un breve assolo di Minnermann (che come anticipato stasera lascia la band per degli impegni presi in precedenza), quindi la richiesta del silenzio più assoluto e dal niente parte Raider II, intensa e smisurata suite di Grace for Drowning, nella versione spogliata del lungo epilogo. Senz’altro più snella, ma resta sempre un momento grandioso. Steven è ispirato, si muove sul palco incitando i compagni e noi del pubblico a metà strada tra un folletto e un direttore d’orchestra, e passa con disinvoltura dal mellotron alla chitarra acustica, dalla chitarra elettrica di nuovo al mellotron.

Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Notevoli i cambi di fronte, qui, in più di un’occasione Theo supera sé stesso e la sala si esalta agli assoli spiritati di Steven. Non posso vedere l’acquarellista, l’ho lasciato che dipingeva al suo posto. Ma sono sicura che non avrà smesso un attimo nonostante la bolgia di scalmanati che gli si è accalcata davanti.
Il live, nella sua parte ufficiale, finisce con la title track di The Raven, malinconica da spezzare il cuore. Toccante e intimo l’avvio. La voce di Steven è gentile, il mellotron nelle mani di Travis ha accenti sconsolati. Sullo sfondo le immagini del cortometraggio realizzato per Wilson da Jess Cope e Simon Cartwright.
Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13

Resta lo spazio per un unico bis, che Steven annuncia di voler pescare nel repertorio dei Porcupine Tree (solo a sentirli nominare in sala si scatena il delirio). Il brano prescelto, e bastano due note per capirlo, è Radioactive Toy, surreale e psichedelico pezzo d’arte nella sua veste più maestosa, scritto quando i Porcupine Tree erano Wilson e basta, quindi di fatto ancora un brano personale. L’esecuzione è impetuosa, un crescendo da ubriacare, impossibile non farsi travolgere e almeno sotto il palco la botta è notevole. Dieci minuti così, in apnea. Poi il concerto si chiude, stavolta sul serio però. Un brindisi alla nostra salute con un white russian brandito bello alto e per i musicisti è il momento della meritata ribalta. Uno per uno Steven li presenta tutti e il pubblico risponde con acclamazioni da stadio. Una volta spento tutto, finite anche le note che hanno accompagnato l’uscita del gruppo (Ljudet Innan da Storm Corrosion, altro progetto di Steven con Mikael Åkerfeldt degli Opeth), si torna pian piano a una qualche arruffata normalità.
Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13


È netta la sensazione di aver vissuto un evento unico. Ci si guarda complici, noi c’eravamo. E ci saremo ancora alla prossima, questo è certo, e a quella dopo ancora, lo sappiamo tutti. Già da un po’ ci si incontra sempre, solite vecchie facce da fans. E ci viene voglia di ringraziarlo, questo artista maiuscolo, per l’amore che ci mette, per l’energia con cui si oppone alle regole del mercato. Perché se il risultato è quello che abbiamo avuto addosso stasera, l’audacia di questa musica splendida, complessa, gli auguriamo di tenere duro a lungo e per quanto compete a noi amanti del rock può stare certo che non mancheremo mai di appoggiarlo. LM

Setlist
Luminol
Drive Home
The Pin Drop
Postcard
The Holy Drinker
Deform to Form a Star
The Watchmaker
Index
Insurgentes
Harmony Korine
No Part of Me
Raider II
The Raven That Refused to Sing
bis
Radioactive Toy

Interviste: 2013; 2015

Recensioni: Insurgentes (dvd); Grace For Drowning; The Raven That Refused to Sing; Hand Cannot Erase; 4 1/2;
To the Bone; The Future Bites; The Harmony Codex

Live report: Pistoia 2013

Sito Web


Steven Wilson at Teatro della Luna 28-03-13
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