Per
me è sempre un po’ una sorpresa ascoltare un nuovo disco
partorito dalla fervida coppia Lana Lane ed Erik Norlander, non perché
i nostri siano sempre in grado di fare chissà quali magie,
ma perché sono capaci di dar vita ad album sempre belli e con
un ritmo impressionante. Ormai la coppia più famosa del symphonic
rock ha creato un marchio di fabbrica, da un lato c’è
la voce dolce, sensuale e graffiante insieme della brava Lana, dall’altro
c’è l’abilità indiscutibile di Erik alle
tastiere, un vero virtuoso dei tasti d’avorio. Poi ci sono vari
amici come Peer Verschuren alla chitarra e Ernst Van Ee alla batteria,
che sono degli ottimi compagni di viaggio. Ecco allora che il nuovo
Red Planet Boulevard prende il volo nel mio lettore e mi trasporta
in un mondo di piacevoli emozioni.
La line up di questo disco in verità è abbastanza nuova,
non tanto per i soggetti, ma per essere fondamentalmente un trio di
strumentisti, infatti Erik si occupa anche delle parti di basso. Infatti
la coppia per quest’album ha voluto un sound molto rock, con
sempre forti connotati sinfonici, ma con un potente wall of sound
sostenuto da un chitarrismo granitico e da tastiere veramente esagerate.
Questa scelta arriva come un’onda di un fiume in piena e travolge
fin dalle prime traccie del cd. “Into the Fire” è
un hard rock anthemico di buon impatto, Peer è anche molto
metallico e il brano ha una buona musicalità. “The Frozen
Sea” ha un bel giro armonico giocato con una chitarra acustica,
che impreziosisce l’hard rock più viscerale, proprio
un bel brano, una zampata della coppia. Più scontata “Capture
the Sun”, con un giro ritmico di chitarra che non convince e
delle melodie vocali che non aggiungono novità nel vasto repertorio
della nostra eroina. “Jessica” è una ballad, l’impostazione
è molto classica, ma la linea melodica è piacevole.
“Stepford, USA” è meno dura e i nostri si cimentano
in territori un po’ insoliti e rock e il gioco riesce. Altro
bel pezzo è “Shine” con un giro davvero riuscito.
“Lazy Summer Day” è un’altra ballad dedicata
alla pigrizia ed ha delle movenze sinuose e morbide che invitano al
dolce far niente. Funziona anche “No Tears Left” anche
se sa un po’ di filler. Già meglio l’epica “Save
the World”, che ricorda certe cose pomp dei maestri degli anni
ottanta. “Angels and Magicians” è un po’
ruffiana, con dei giochetti di chitarra acustica il stile flamenco,
ma in fondo è simpatica. “The Sheltering Sorrow”
è un brano molto malinconico, con Lana al massimo della forma
e quindi bravissima nell’entrare nel nostro cuore con la precisione
di un bisturi. La title track è la summa dell’album,
i nostri ci hanno messo tutto il meglio e ne è uscita una piece
di prog sinfonico davvero bella.
La sorpresa con Lana ed Erik non è ascoltare chissà
quali novità, ma provare lo stupore dell’amicizia, ritrovare
quelle persone che ti sanno scaldare con la loro musica, e stare con
loro è proprio come stare con qualcuno che conosci da tempo,
ma che ti piace sempre avere vicino. GB
Altre recensioni: Ballad Collection; Love
is an Illusion; Project Shangri-La; Curious
Goods;
Garden of the Moon; EEC
Tour 2001; Winter Sessions; EEC
Tour 2003; Covers Collection;
Storybook + Return To Japan; Lady
Macbeth; 10th Anniversary Concert; Gemini;
The Best of L.L. 2000-2008
Interviste Lana Lane: 2000; 2002;
2005
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