Tutti
abbiamo una valigia dove ci piace riporre qualcosa da portare sempre
con noi nel nostro viaggio terreno e Lana, che ha sempre amato interpretare
le canzoni che fanno parte del suo bagaglio, non perde occasione per
aprirci il suo ed estrarre una splendida serie di perle musicali,
dimostrando fra l'altro un'ottima cultura musicale, quella che sicuramente
le ha permesso di raggiungere grandi risultati nella sua ancora giovane
carriera.
Interrotta (penso solo per il momento) la fortunata serie delle "Ballad",
la nostra eroina sforna finalmente una raccolta di brani più
robusti. Si parte con la magnifica "The Wall" dei Kansas
all'insegna del miglior prog sinfonico partorito in America, oltre
al marito Erik troviamo l'amico Mark McCrite (Rocket Scintists) alla
chitarra, la spettacolare sezione ritmica composta da Tony Franklin
e Greg Bissonette e Novi Novog alla viola, con una formazione così
non si rimpiange certo l'originale. La scomoda "Kashmir"
(il brano più clonato della storia del rock duro) è
la seconda prova, Lana non è Plant, ma a parte questo Bissonette
ce la mette tutta per suonare come il maestro e tutto funziona egregiamente.
"Soaring" viene estratta dall'unico album degli Aviary (del
'79), un mega classico dell'hard melodico, un'ottima scelta. Il quarto
brano "Hold Your Head Up" è un classico degli Argent
dei primi anni settanta, ma penso che dato l'abbondante uso di hammond,
sia stato scelto più per esaltare le doti di Erik. A sorpresa
arriva la ballad elettrica "Innocence" degli Enuff 'Z' Nuff,
un brano molto carino e anche parecchio beatlesiano. Altro ripescamento
di lusso è "I'll See You in My Dreams" dei grandi
Giant, un brano di granitico hard rock a stelle e strisce. Dal repertorio
dei Queen viene presa la romantica "Don't Try So Hard",
resa in chiave terribilmente malinconica ed emozionante. "Northern
Lights" viene dai TNT, Lana in questo contesto si sente perfettamente
a suo agio, senza timori riverenziali e osa più che nei brani
precedenti. "Still Loving You" degli Scorpions è
resa diversamente dall'originale, più sinfonica e sofferta,
anche in questo caso l'interpretazione di Lana regge il confronto.
Dai leoni Uriah Heep viene scelto "Weep in Silence" (io
avrei preferito "The Park"), ma c'è lo zampino di
Wetton a dare quel tocco progressivo incantevole al brano, dietro
le pelli stavolta siede Nick D'Virgilio (Spock's Beard), mentre alle
chitarre c'è Neil Citron. Chiude la rassegna "Stargazer"
dei Rainbow, un brano che non ha certo bisogno di presentazioni, Arjen
Lucassen (Ayreon) sforna un chitarrismo straripante, un brano riproposto
in una versione molto fedele che mi provoca una vera crisi di nostalgia.
Questo album è un viaggio in trent'anni di hard rock in compagnia
di ottimi musicisti che dimostrano devozione ed umiltà, forse
è un disco destinato più ai fans, ma penso che in pochi
resteranno delusi dopo averlo ascoltato. GB
Altre recensioni: Ballad Collection; Love
is an Illusion; Project Shangri-La; Curious
Goods;
Garden of the Moon; EEC
Tour 2001; Winter Sessions; EEC
Tour 2003;
Storybook + Return To Japan; Lady
Macbeth; 10th Anniversary Concert; Gemini;
Red Planet Boulevard; The
Best of L.L. 2000-2008
Interviste Lana Lane: 2000; 2002;
2005
Live Reportage
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