Rock Impressions

Blue Oyster Cult - Ghost Stories BLUE OYSTER CULT - Ghost Stories
Frontiers
Genere: Hard Rock


Il quindicesimo album in studio per questa storica band americana è una raccolta di inediti, brani “scartati” composti dal 1978 al 1983, con l’eccezione di un brano registrato nel 2016. Due sono le covers, l’edizione giapponese ne contiene una terza come bonus track, We Gotta Get Out Of This Place, classico degli Animals, che i BÖC rivitalizzano con un piglio metallico e Kick Out The Jams, il cavallo di battaglia degli MC5 e inno del punk americano, a riprova che la band newyorkese non ha mai avuto simpatie destrorse, come invece è stata accusata di avere. Due pezzi che la band era solita proporre dal vivo con grande intensità, fino a farli diventare propri. La terza cover è Roadhouse Blues dei Doors.

Un disco di “lost gems” è insidioso, siamo stati sommersi di ristampe con bonus contenenti inediti e demo versions che nella quasi totalità dei casi erano buoni solo per i die hard fans delle band in questione, ma abbastanza “inutili” per tutti gli altri. Non è questo il caso, i BÖC confezionano questo album con grande perizia e ne fanno a tutti gli effetti un disco con una propria fisionomia, degno di figurare al fianco di tutti i loro lavori precedenti. Intanto abbiamo la possibilità di riascoltare la band nella sua formazione originale, con esclusione di un paio di brani dove non c’era più Albert alle “pelli”. Grazie all’AI i pezzi sono stati ripuliti e completati, nel rispetto degli originali, il trattamento è stato necessario per togliere la patina “demo” ai pezzi. Ecco allora questo escursus, che mostra un lato anche molto “americano” della band, c’è rock ‘n’ roll, c’è mistero, c’è grande rock e momenti davvero memorabili, con un assolo di tastiere di Allen che da solo vale l’acquisto del disco.

Poco importa se i più esperti conoscevano già parte del materiale, la spettrale So Supernatural era già comparsa in un disco degli X Brothers di Joe Bouchard, la funkeggiante Soul Jive in uno dei Brain Surgeons di Albert, qui ogni pezzo ha preso nuova vita, nuovo impulso, suona fresco, intrigante, in altre parole la band dimostra di saper graffiare anche con brani a suo tempo messi da parte.

Con una splendida copertina realizzata da un sempre più ispirato Stan-W Decker, a mio parere una delle più belle della loro discografia, i BÖC ci regalano un disco coinvolgente, che è già un must per tutti i “cultisti”. Vista l’età dei due leader originali, Buck ed Eric, speriamo non sia l’ultimo capitolo di una storia affascinante, la storia di una band unica. GB

Altre recensioni: Heaven Forbid; Curse of the Hidden Mirror; Tyranny + Secret;
A Long Day's Night
; The Symbol Remains

Retrospettiva


Interviste: 1998; 2008

Live Reportage: Roma 2008; Trezzo 2008; 2016

Sito Web

Artisti correlati: Brain Surgeons; Blue Coupe; Joe Bouchard; Stalk Forrest Group; Albert Bouchard


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